(Teleborsa) - E’ ancora
notte fonda per le
imprese italiane del settore costruzioni. A febbraio il
valore della produzione è sceso dell’1,3% rispetto a gennaio. Una tendenza negativa simile a quella registrata in Europa, con una flessione dell’1,8% nell’Eurozona e dell’1,2% nell’UE a 28. Ma, valutata su base annua,
la situazione delle costruzioni nel nostro Paese rimane decisamente peggiore rispetto all’Europa: negli ultimi 12 mesi (marzo 2014-febbraio 2015)
la produzione del settore in Italia è calata del 5,8% rispetto ai 12 mesi precedenti. Nello stesso periodo,
invece, l’Europa mostra un aumento dell’1,6% e nell’Eurozona l’attività delle imprese edili è stabile, con un incremento dello 0,4%.
E' la fotografia scattata da
Confartigianato che confrontato il trend di uno dei settori fondamentali per l'economia italiana con l'andamento negli altri Paesi europei. In particolare,
tra marzo 2014 e febbraio 2015, è la Spagna a manifestare la maggiore crescita della produzione delle costruzioni: + 14,7%, in forte recupero dopo il dimezzamento della produzione registrato tra il 2006 e il 2012.
In ripresa anche le aziende edili del Regno Unito con un aumento del 4,3%,
seguite da quelle tedesche che registrano una crescita dello 0,4%.
Francia in controtendenza con una diminuzione del 4,7%.
In Italia sono decisamente negative anche le condizioni dell’occupazione: nel 2014
le costruzioni hanno perso 96.000 posti di lavoro (-6,2%) e hanno toccato il
minimo storico di 1,4 milioni occupati. Un dato in controtendenza rispetto al trend dell’occupazione complessiva che, a fine 2014, segna un incremento di 131.600 unità, al quale ha contribuito l’aumento dell’1,5% di occupati nel manifatturiero e la crescita dello 0,9% di posti di lavoro nei servizi.
Negativo il bilancio anche per le oltre 500 mila imprese artigiane che operano nelle costruzioni, pari al 38,8% del totale delle aziende artigiane, che danno lavoro a 835.963 addetti. Nell’ultimo anno
sono diminuite del 2,8%, con una perdita di 5.646 imprese.