(Teleborsa) - L'Europa e ancora ben lontana dall'unificazione ed il
Presidente della BCE Mario Draghi non ha mancato di rimarcarlo, nel suo ultimo intervento, preparato per la ricorrenza dei 60 anni della firma dei Trattati di Roma.
Il monito ai Paesi di Eurolandia a camminare sulla strada delle riforme e verso l'unificazione è stato lanciato dal Presidente della BCE, dopo aver ricordato che
l'Istituto di Francoforte ha fatto tutto il possibile per facilitare le riforme in Eurolandia, eliminando gli
ostacoli di carattere economico.
Draghi ha detto anche di più, affermando che le
"grandi e crescendi divergenze strutturali" fra i Paesi dell'Unione diventano "problemi esplosivi" e
"minacciano l'esistenza della moneta unica".
Naturalmente, il Presidente della BCE
non ha negato i progressi fatti sinora, con i trattati sulla stabilità ed il fiscal compact, ma ha ricordato che c'è ancora
molta strada da fare in UE e che l'avere regole comuni non basta, perché la crisi ne ha messo in lice i limiti e la "fragilità": l'assenza di un meccanismo in grado di individuare e di correggere gli squilibri macroeconomici e finanziari
La ricetta di Draghi consiglia di
"rafforzare la condivisione dei rischi privati",
"consolidare la governance" delle riforme strutturali e
"salvaguardare la capacità di utilizzare la politica di bilancio in senso anticiclico", trovando un equilibrio fra l'esigenza di lanciare "misure favorevoli alla crescita" e di attuare una "correzione dei conti pubblici" nei paesi ad elevato indebitamento. E su questo punto Draghi ha ammesso che non è stato fatto abbastanza e che il perseguimento di questi obiettivi implicherà prima o poi una "condivisione dlela sovranità".