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Parla italiano un terzo delle big mondiali del lusso

Economia
Parla italiano un terzo delle big mondiali del lusso
(Teleborsa) - Chi dice lusso dice Italia. Può sembrare strano a dirsi, eppure nonostante l'infinita crisi e le continue "incursioni" di società estere sui gioielli del Made in Italy, il Bel Paese può vantare una posizione d'eccellenza in questo settore.

Secondo l'ultimo “Global Powers of Luxury Goods” di Deloitte l'Italia, con ben 29 società all’interno delle Top100, è il Paese maggiormente rappresentato nonostante le dimensioni più ridotte delle proprie aziende.

“E’ evidente che il lusso è un mercato fortemente radicato in Italia, il cui valore è riconosciuto da tutto il mondo ma, allo stesso tempo, anche particolarmente frammentato” commenta Patrizia Arienti.

Al primo posto troneggia il colosso francese LVMH con un fatturato di circa 22 miliardi di dollari mentre Luxottica è la prima delle italiane, al quinto posto con un fatturato di quasi 10 miliardi di dollari.

Tanto per avere un'idea dell'importanza del lusso nell'economia globale, basti pensare che lo scorso anno le 100 griffe più importanti hanno generato ricavi complessivi per 214 miliardi di dollari nonostante l'impatto negativo delle fluttuazioni valutarie.

Le vendite di beni di lusso dei primi 10 gruppi considerati rappresenta circa il 50% del fatturato generato complessivamente dalle Top 100. Il fatturato dei 29 gruppi italiani rappresenta invece il 16,5% del fatturato complessivamente generato dai primi cento luxury brand. In termini di fatturato l’Italia è terza, dopo la Francia.

5 delle 29 società tricolore presenti in classifica hanno registrato un net profit margin a doppia cifra: Dama (19,4%), Prada (17.4%), Tod’s (13,6%), Moncler (13,5%) e Salvatore Ferragamo (12,7%).

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