(Teleborsa) - I giochi sono fatti nell'ambito del controllo di
Telecom Italia: l'
atto di scissione di Telco è stato siglato, il
patto si è sciolto e
Vivendì ha già confermato che intende salire al 15% della compagnia telefonica,
sotto l'egida del finanziere bretone Vincent Bolloré. UN cambio radicale rispetto al passato, che sembra veder cambiare gli attori, ma non lo scenario.
Se Vivendi è subentrata a Telefonica, per effetto dell'
acquisto di una quota dell'8,3% nell'ambito della complessa
operazione GVT, i soci di riferimento storici (
Mediobanca,
Generali ed
Intesa Sanpaolo) non sembrano poi tanto convinti di voler cedere la partecipazione e
Telco si è divisa in quattro: si va verso la formazione di una Telco 2 con un altro socio forte?La domanda è pertinente e se la è posta l'
ASATI, l'associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia, che ha espresso molti dubbi (ponendo molte domande) sul futuro assetto della compagnia telefonica: "
Perché salire fino al 15% in Telecom dopo avere venduto solo poco tempo fa tutte le partecipazioni nel settore Tlc?", e ancora: "
E' casuale l'interesse dichiarato di Orange? E
l'investimento della Caisse des Depots uscita allo scoperto nell'ultima assemblea? E quale sarà questa volta
l'atteggiamento di Mediobanca, regista sia dell'OPA di Colaninno che dell'operazione Telco? E
Generali che prima dichiara di voler dismettere un asset no core e poi afferma vediamo?"
Secondo l'associaioine c'è
"il sospetto che si voglia costruire intorno a Vivendi un nuovo nucleo di controllo, una sorta di Telco 2".