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Cina, sul mercato aleggia lo spettro del 1929

Economia
Cina, sul mercato aleggia lo spettro del 1929
(Teleborsa) - Il valore delle azioni cinesi dovrebbe mediamente flettere di circa il 14% nelle prossime settimane, considerando che l’impostazione del mercato cinese presenta forti analogie grafiche e tecniche rispetto al crollo americano del 1929. E’ ciò che dice Tom DeMark, autorevole analista che riuscì a prevedere il minimo per l’indice di Shanghai nel 2013.



“L’indice di Shanghai dovrebbe arrivare fino a 3200 nelle prossime settimane, dopo il crollo dell’8,5% di lunedì, il peggiore sell off degli ultimi otto anni”, ha detto Tom DeMark. “Il calo permetterà l’estensione della discesa dai massimi del 12 giugno, quantificando un ritracciamento del 38% e imitando l’indice Dow Jones che nel 1929, dai massimi, perse con le stesse modalità fino al 48%”.

Il sell off di lunedi è arrivato dopo gli sforzi profusi dal governo cinese, compreso il divieto di vendere titoli di società a grossa capitalizzazione, per drenare l’imponente ribasso che ha spazzato via 4000 miliardi di dollari di controvalore.

Mentre gli ambienti regolatori a tutela del mercato negano che il governo stia ritirando il suo appoggio legislativo, le preoccupazioni degli investitori salgono perché gli interventi fin qui proposti per supportare il mercato non sono stati efficaci per l’insostenibilità dei corsi azionari in una fase di rallentamento economico.

"Il dado è tratto”, ha detto DeMark, fondatore di DeMark Analytics, che da oltre 40 anni sviluppa indicatori per identificare i punti di svolta del mercato. “Non si può manipolare il mercato, sono i fondamentali che dettano le regole”.
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