(Teleborsa) -
E' a dir poco scandaloso lo stato in cui versa l'aeroporto di Fiumicino, il principale hub internazionale
messo in ginocchio ieri da un incendio, dopo
quello verificatosi all'interno qualche tempo fa, ed oggi da un
blackout causato da un corto circuito presso una cabina di media tensione.
Tutta colpa del
caldo anomalo, certamente, ma il caso è la fotografia di un'Italia che non funziona e che non sa reagire alle emergenze.
La società Aeroporti di Roma ha annunciato che dalle ore 12.10 è tornata la corrente e che le operazioni stanno riprendendo lentamente, mentre l'operatività della torre di controllo è sempre stata assicurata dai gruppi di continuità di cui si è dotato l'ENAV.
Nonostante questo,
la scena che si presenta è a dir poco apocalittica e ritardi continuano ad accumularsi sui voli in partenza e in arrivo.
Alitalia, oggi parte del gruppo Ethiad, è subito insorta contro la società che gestisce l'aeroporto di Fiumicino,
minacciando l'abbandono di questo hub se non verranno fatti investimenti sullo scalo: l'ex compagnia di bandiera ha detto ieri di aver perso 80 milioni dopo l'incendio del maggio scorso.
E nella diatriba si è inserita la compagnia low-cost britannica Ryanair, che da tempo ha messo gli occhi sull'aeroporto Leonardo Da Vinci e che si dice
pronta ad entrare se Alitalia abbandonerà l'hub. "Se Alitalia dovesse fare ulteriori tagli o lasciare l’aeroporto, aggiungeremo più aerei, più rotte e più voli a tariffe basse a Roma Fiumicino", dicono alla Ryanair.