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ENEA studia la ricarica superveloce per la superbatteria

Economia, Scienza e tecnologia
ENEA studia la ricarica superveloce per la superbatteria
(Teleborsa) - La EAMA, l’associazione dei produttori di autoveicoli elettrici europei, stima in Europa una crescita delle immatricolazioni annue di circa un milione di veicoli elettrici; l’Italia è ultima con solo 1.100 nuove auto elettriche nel 2014, lo 0,1% del mercato automobilistico.

Quali sono i maggiori problemi dell’auto elettrica oltre al costo? L'autonomia e la ricarica, e siamo tutti d’accordo che superati questi due "problemini" i veicoli elettrici diverranno consueti anche sulle strade italiane.

La capacità di carica delle batterie sembra uno scoglio quasi superato perché modelli di auto elettriche sono effettivamente commercializzate, Tesla e BMW lo dimostrano, anche se non si può ritenere che gli attuali sistemi di accumulo siano ottimizzati per quanto riguarda il peso e l'autonomia. Rimane, comunque, il problema dei tempi di carica e, a meno che non si valuti la possibilità di sostituire interi pacchi di batterie, è per ora, oggettivamente, il vero problema da superare.

Occorre lavorare, quindi, sia sulle capacità delle batterie che sui tempi di rigenerazione ed è su questi obbiettivi che un dipartimento di ricerca dell’ENEA, guidato dal Prof. Antonino Genovese, sta studiando sistemi di accumulo ad alta capacità e metodi di ricarica veloce con particolare attenzione all'applicazione di quelli wireless. La sperimentazione per adesso si concentra sul trasporto pubblico per il quale ENEA sta portando avanti un progetto dedicato a minibus alimentati da accumulatori di carica costituiti da 24 moduli al litio capace di erogare 240 Ah e ricaricabili in 5 minuti. Il sistema è applicato ad una tratta urbana sperimentale di alcuni km che permette alle vetture di essere ricaricate durante le fermate tramite cavi, per ora, ma si sta lavorando ad un sistema automatico robotizzato con una linea di contatto aerea e più avanti verrà applicato un sistema di ricarica wireless che è stato sviluppato in collaborazione con l'università di Padova.

Il professore Genovese tiene ad evidenziare che "l’Italia ha già adottato il Piano nazionale infrastrutture di ricarica elettriche per lo sviluppo competitivo della mobilità a zero emissioni ed un primo stanziamento di 4,5 milioni di euro è stato assegnato alle Regioni per realizzare 19 progetti di infrastrutture per la ricarica elettrica".

Come sempre la ricerca italiana, fatta da uomini come il prof. Genovese ed i suoi collaboratori, è sempre all'avanguardia ed attenta a cogliere le sfide tecnologiche che l’evoluzione umana prospetta. Quello che manca è un sistema Paese capace di valorizzarlo.

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