(Teleborsa) - La decisione della
Danimarca di dare ai parlamentari il
libero accesso a documenti segreti su un acquisto di beni dello Stato da parte di
Goldman Sachs, sarà probabilmente una tantum.
Il governo dice che sta facendo un'eccezione per l’operazione condotta dalla banca americana su
Dong Energy, dopo che il comitato parlamentare di supervisione alla vendita di asset statali, aveva lamentato l’impossibilità di accedere ai documenti.
Bjarne Corydon, ex ministro delle finanze all’epoca dell’operazione, ha detto che le
informazioni contenute nei documenti della transazione erano
troppo sensibili anche per la commissione parlamentare.
L’unità di
merchant banking di Goldman ha pagato circa
1,5 miliardi di dollari nel 2014 per acquisire una quota del 18% di Dong Energy. Gli stessi
fondi pensione danesi,
ATP e
PFA, avrebbero
investito nell’azienda energetica, in virtù dello stesso accordo.
L’attuale ministro delle finanze,
Claus Hjort Frederiksen, ha detto che questo mese renderà
pubblici i documenti dopo oltre un anno dall’operazione, visto che i parlamentari continuano ancora a discutere sull’affare Goldman/Dong.
Goldman e i vertici del fondo pensione PFA, hanno detto che non hanno nulla da obiettare se i documenti venissero resi pubblici.
Tuttavia, i parlamentari danesi avrebbero già sottolineato, discutendo con il governo, che “i dettagli dell’offerta sarebbero fuori mercato e non verrebbero applicati altrove”, ha detto Jakob Ellemann-Jensen, portavoce del partito liberale. "E' meglio che i dettagli dell’offerta siano in linea con le condizioni normali di applicabilità, in questo caso le parti coinvolte non dovrebbero avere problemi affinché le informazioni vengano divulgate”.