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Giappone, l’Abenomics fa cilecca

Economia
Giappone, l’Abenomics fa cilecca
(Teleborsa) - L'economia giapponese si è ridotta nel secondo trimestre dell'anno, segnando una battuta d'arresto per la politica di riforme del governo. Tra aprile e giugno, la crescita economica è diminuita dello 0,4% rispetto ai primi tre mesi dell'anno.

Esportazioni ritardate e la lenta ripresa della spesa per consumi, sono stati i principali elementi ad incidere sul calo delle crescita. E' probabile che questi dati mettano sotto pressione il primo ministro Shinzo Abe a rinnovare il suo programma di riforme di stimolo monetario e fiscale, per rilanciare la crescita.

Il ministro dell’economia giapponese, Akira Amari, ha detto che la contrazione del PIL è dovuta alle esportazioni deboli verso la Cina e gli Stati Uniti, così come la scarsità della spesa dei consumatori va imputata al maltempo.

La crescita economica deludente, segue comunque una deficitaria serie di dati economici, tra cui le esportazioni e la produzione industriale, sollevando dubbi sulle prospettive per il resto dell'anno.

Nel mese di luglio, il Fondo Monetario Internazionale aveva avvertito Tokyo a non fare troppo affidamento sullo yen debole, per un recupero dell’economia a lungo termine.

La teoria economica perseguita da Abe, definita per l’appunto “Abenomics”, è stata pianificata nel 2012, con l’intento di sgravare l'economia del Giappone della deflazione e ritornare alla crescita in scia ad un rinvigorimento dell’inflazione.

Al programma messo a punto dal governo nipponico, va dato il merito di aver attivato una crescita sul breve termine, ma lo stesso governo sta ancora lottando per deregolamentare il mercato del lavoro ed aprire alcuni settori industriali, ancora molto protetti nel paese, che impediscono una ripresa economica di più ampio respiro.
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