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Roma, bufera nella politica dopo il funerale show di Casamonica

Economia, Politica
Roma, bufera nella politica dopo il funerale show di Casamonica
(Teleborsa) - Mentre ieri il gip di Roma, rinviando a giudizio con rito immediato 34 persone coinvolte nell'inchiesta Mafia Capitale, alzava ufficialmente il sipario sul maxi processo che prenderà il via il 5 novembre, nella Città Eterna si consumava un altro evento destinato a far parlare di se': il funerale di Vittorio Casamonica.



Nella chiesa di Don Bosco, a Cinecittà, la stessa che aveva rifiutato di celebrare le esequie di Piergiorgio Welby (il malato terminale di SLA che aveva ottenuto l'eutanasia), è stato dato l'ultimo saluto ad uno dei boss del clan Casamonica, ritenuto responsabile di attività illecite quali racket, usura e traffico di droga nella zona a Sud Est di Roma.

In realtà parlare di funerale è riduttivo: la bara è giunta in una carrozza trainata da sei cavalli neri e decorata con bassorilievi dorati, per poi lasciare la Chiesa in Rolls-Royce. Una banda suonava le note più celebri de "Il Padrino" mentre un elicottero gettava dal cielo petali di rose rosse.

E poi quei manifesti con scritto "Vittorio Casamonica re di Roma" e "Hai conquistato Roma, ora conquisterai il paradiso". Sono stati soprattutto loro ad alimentare la bufera immediatamente scoppiata nel mondo della politica, perché letti come chiara sfida della mafia allo Stato e alla città.

Il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha chiesto al Prefetto Franco Gabrielli accertamenti "con dovuto rigore", mentre il Ministro degli Interni, Angelino Alfano vuole dallo stesso una "relazione dettagliata".

Non si è fatta attendere nemmeno la reazione della Lega. In un tweet il governatore della Lombardia Roberto Maroni ha scritto:
"Eh sì, con il PD al governo Roma è proprio Mafia Capitale" ricevendo immediata risposta del Presidente del PD e commissario del partito romano, Matteo Orfini. "La mafia a Roma ha dilagato quando c'era il suo amico Alemanno", ha ribattuto.

Oggi si terranno inoltre due interrogazioni parlamentari in merito.

Quanto al vicariato, visibilmente imbarazzato, ha spiegato che il parroco non poteva rifiutarsi di celebrare il rito.


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