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Fed e BCE pronte a combattere una caduta dell'inflazione

Economia
Fed e BCE pronte a combattere una caduta dell'inflazione
(Teleborsa) -

La Federal Reserve non alzerà i tassi a settembre come pianificato, a causa degli impatti internazionali della crisi cinese e del conseguente crollo dei prezzi delle materie prime, in primis quelli energetici, che allontanano l'inflazione dai trend stabiliti. Ad aggiungere legna al fuoco i chiari segnali di destabilizzazione dei mercati, che si sono concretizzati in un forte aumento della volatilità.

Lo ha chiarito ieri il Presidente della Fed di New York, William Dudley, che è un membro permanente del FOMC e viene considerato molto vicino al Presidente Janet Yellen. Il banchiere ha infatti escluso un eventuale rialzo dei tassi nella riunione di metà settembre, citando questi fattori (Cina, petrolio, mercati), ma ha precisato che spera comunque in una stretta entro l'anno, "perché questa starebbe a significare che l'outlook dell'economia USA è buono".

Il punto cardine resta il doppio mandato -piena occupazione e stabilità del prezzi - ma l'inflazione potrebbe allontanarsi troppo dal target fissato dalla Fed, a causa di fattori esogeni, che non hanno a che fare con l'economia a stelle e strisce, né con la domanda interna, quanto piuttosto con l'effetto depressivo generato dalla spirale ribassista dei prezzi energetici.

La sfida di combattere un'inflazione calante non è solo della Fed, ma anche delle altre grandi banche centrali mondiali, come la BCE che sta già meditando possibili misure aggiuntive. Un'indicazione in tal senso è arrivata dal vice presidente dell'Eurotower Vitor Constancio, che ha per primo ventilato la possibilità di un rafforzamento del Piano di quantitative easing. La conferma è giunta da un altro membro del direttivo, Peter Praet, che ha parlato di rischi di allontanamento dell'inflazione dal target, ventilando la possibilità di un rafforzamento del QE in termini di quantità o durata.

A questo punto non resta che attendere l'appuntamento clou dell'estate, il consueto meeting annuale degli economisti a Jackson Hole, in Wyoming, da dove potranno emergere novità sul fronte delle strategie di politica monetaria.

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