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Brasile, economia col fiatone e al peggio non c’è mai fine

Economia
Brasile, economia col fiatone e al peggio non c’è mai fine
(Teleborsa) - I turisti arrivati in Brasile per la Coppa del Mondo dello scorso anno si staranno probabilmente lamentando del fatto che il torneo non si sia potuto tenere nel 2015, perché proprio dall’inizio di quest’anno, il real, la valuta brasiliana, è stata una di quelle a più rapida caduta tra le principali economie emergenti.

Ma le difficoltà del Brasile non sono dovute solo ai guai della propria valuta. La svalutazione valutaria è una tendenza comune a molte valute a causa di diversi fattori. Il primo è il rallentamento della Cina, e poi la caduta dei prezzi delle materie prime e l’imminenza di un aumento dei tassi degli Stati Uniti per la prima volta dal 2006.

Quando ciò accade, gli investitori si affrettano a lasciare i paesi emergenti più rischiosi, per i guadagni più sicuri, anche se meno remunerati, negli Stati Uniti.

Ma il Brasile ha anche gravi problemi interni che stanno inflazionando la sua valuta.

L'anno è iniziato con una grande sfida per il Brasile e per il neo rieletto presidente Dilma Rousseff, con l’economia in fase di forte contrazione.

Il governo del Brasile si è indebitato oltre ogni ragionevole limite nell’ultimo triennio e i mercati hanno assunto maggior cautela, certi che il paese sarebbe potuto entrare in difficoltà al fine di onorare i debiti contratti con la comunità finanziaria internazionale.

Nonostante ciò, Dilma Rousseff è stata rieletta e l’entourage economico finanziario del suo governo ha ripreso possesso del ruolo.

Tuttavia, la seconda parte del 2015 ha visto il Brasile peggiorare bruscamente.

Nel mese di luglio, il Ministro delle Finanze, Joaquim Levy, ha riconosciuto che nonostante i suoi sforzi il governo non sarebbe in grado di raggiungere l'obiettivo di spesa corrente, necessario per ridurre l'onere del debito del paese.

Sotto pressione, il governo ha preso una delle sue decisioni più controverse appena un mese dopo il suo insediamento, inviando al Congresso una proposta di bilancio che potrebbe far cadere il paese in un pesante deficit dal prossimo anno.
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