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Roma, aut aut di PD e SEL: Marino si dimetta o è sfiducia

Economia, Politica
Roma, aut aut di PD e SEL: Marino si dimetta o è sfiducia
(Teleborsa) - Si intensificano le pressioni del PD sul sindaco di Roma Ignazio Marino.
Un asse costituito dal Partito Democratico e SEL hanno lanciato un ultimatum al primo cittadino: se non si dimetterà entro le 16.00 dovrà andare alla prova fiducia in Campidoglio.

Intanto si sono dimessi il vice sindaco Marco Causi e l'assessore ai Trasporti Stefano Esposito. Secondo indiscrezioni starebbe per lasciare anche l'assessore al Turismo Luigina Di Liegro.

Lo scandalo sulle spese sospette dell'inquilino del Campidoglio ha ormai conquistato le prime pagine di tutti i giornali, spingendo il Partito Democratico (PD) a sganciarsi. I renziani, infatti, sembra si siano messi al lavoro per trovare il sostituto dell'attuale sindaco di Roma, puntando il cannocchiale su Matteo Orfini, commissario del partito per Roma. Nella lista ci sarebbe anche il nome del vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, che però ha già dichiarato di non volersi candidare, e quello dell'attuale prefetto Franco Gabrielli.

Marino non ci sta e decide di restare inchiodato alla poltrona. Per mettere fine alle polemiche il sindaco si è detto disposto a restituire i 20 mila euro spesi con la carta di credito del comune sotto la voce 'rappresentanza', ribadendo di non voler sentir parlare di dimissioni. "In questi due anni ho speso con la carta di credito messa a mia disposizione dal Comune meno di 20.000 euro per rappresentanza, e li ho spesi nell'interesse della città. È di questo che mi si accusa? Bene, ho deciso di regalarli tutti di tasca mia a Roma e di non avere più una carta di credito del Comune a mio nome". "Da due anni c’è il tentativo di sovvertire la scelta democratica dei cittadini, io continuerò sulla strada del cambiamento e gli stessi cittadini giudicheranno", ha tuonato Marino aggiungendo: "guardo avanti, guardo al Giubileo".

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