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Mussolini "sfrattato" dopo oltre 90 anni

Politica
Mussolini "sfrattato" dopo oltre 90 anni
(Teleborsa) - Salorno, una cittadina in provincia di Bolzano, ha revocato la cittadinanza onoraria di Benito Mussolini, 91 anni dopo avergliela concessa.



La decisione da parte delle autorità della città trentina, segue altre mosse simili già fatte in altre città del trentino, con l’intento di sradicare nella regione i ricordi dell'era fascista.

La cittadinanza era stata concessa a Benito Mussolini nel 1924, sei anni dopo la fine della prima guerra mondiale, la cui vittoria aveva permesso all'Italia di guadagnare le zone dominate dall'allora impero Austro-Ungarico.

"Il fascismo è stato un capitolo molto doloroso per l'Alto Adige”, ha dichiarato Stefan Zelger, rappresentante del partito separatista, “partito per la libertà del Sud Tirolo”, in una intervista raccolta da Il Fatto Quotidiano.

Non più tardi dello scorso aprile, la città di Torino aveva revocato la cittadinanza onoraria concessa al Duce, provocando l’opposizione di alcuni partiti politici. Tra cui Forza Italia.

Ma gli oppositori alto atesini hanno trovato difficoltà maggiori a contrastare la mossa della città di Salorno e di altre fatte da parecchie città della regione semi-autonoma dell’Alto Adige, dove il risentimento contro Mussolini al potere, perdura ancora dopo 90 anni e dopo l’avvenuta “italianizzazione” dell’intera area.

Negli anni immediatamente successivo all'annessione dell’Alto Adige allo Stato italiano, non vi erano state particolari interferenze tra Roma e le tradizioni culturali della regione. Tutto cambiò quando Mussolini prese il potere nel 1922 e volle “italianizzare” l’area, vietando l’uso della lingua tedesca nelle scuole e il servizio civile in alternativa a quello militare, oltre a costringere le persone a cambiare i loro nomi e cognomi di matrice tedesca.

Il risentimento alto atesino nei confronti di Mussolini affonda le radici fino alle soglie della seconda guerra mondiale, quando pur avendo deciso per la migrazione sotto il Reich tedesco, lo scoppio impedì l’esodo di massa sotto la Germania.

Una storia fatta di scaramucce e contrasti con lo Stato centrale, che venne placata solo nel 1972, dando il potere alla regione trentina di riscriversi le proprie leggi.
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