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PMI e artigiani vedono la ripresa e spingono l'occupazione. Resta però il nodo fisco

Economia, Welfare
PMI e artigiani vedono la ripresa e spingono l'occupazione. Resta però il nodo fisco
(Teleborsa) - Anche le PMI e gli artigiani concordano che "la ripresa, per quanto lenta, debole e congiunturale, c'è" e questo è merito anche degli "interventi in materia di lavoro fatti dal governo". Lo ha spiegato il Presidente della CNA Daniele Vaccarino, in occasione della assemblea annuale della confederazione che rappresenta le imprese artigiane e più in generale le piccole e medie imprese.



Secondo l'associazione, però, resta ancora un "nodo da sciogliere": la pressione fiscale ancora troppo alta. Vaccarino ha però riconosciuto al governo il merito di aver avviato importanti riforme, accogliendo anche le misure volte a ridurre il peso fiscale sulle imprese (l'incremento della franchigia Irap, la revisione del regime forfettario dei contribuenti minimi, la riduzione dell'aliquota Ires), ma ricorda che bisogna fare di più.

Questa sollecitazione è stata subito accolta dal Ministro del lavoro Giuliano Poletti, presente all'evento, che ha ricordato le misure già varate e sollecitato l'applicazione, ricordando anche l'importanza di una spesa più efficiente.

La CNA, in occasione dell'assemblea, cui è intervenuto anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella, ha pubblicato anche un'analisi del mercato del lavoro, da cui emergono due buone notizie: le micro e piccole imprese continuano ad assumere e calano le cessazioni dal lavoro.

Secondo l'Osservatorio della CNA, l’incremento dell’occupazione da inizio anno è stato pari al 3% e nel solo mese di ottobre si è registrata una crescita dello 0,5%. Nel periodo gennaio-ottobre le assunzioni sono cresciute del 3,3% con una corrispondente diminuzione del 4% sul fronte delle cessazioni. Quest’anno quindi le PMI non arretrano nemmeno di fronte all'autunno che, tradizionalmente, costringeva a segnare il passo: nei primi dieci mesi del 2014 l’occupazione era aumentata solo dell’1,3%.

Dalla ricerca emerge, inoltre, che le PMI continuano a preferire il lavoro stabile: il tempo indeterminato rimane saldamente il contratto leader ed è stato applicato a ottobre a più di otto lavoratori su dieci (82,2%). Complessivamente, le tipologie di contratti non a termine (tempo indeterminato più apprendistato) coprono l’88,5% della platea di occupati.


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