(Teleborsa) - A quanto pare l'Europa non ha preso a cuore il problema della corretta gestione dei
rifiuti elettronici.
Nel Vecchio
Continente solo il 35% dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) dismessi da aziende o da privati vengono intercettati dai
sistemi ufficiali di raccolta e riciclo: un quantitativo pari a 3,3 milioni di tonnellate contro i 9,5 milioni totali generati. La gestione non corretta dei RAEE riguarda dunque 2/3 di tutti i rifiuti elettrici ed elettronici generati.
E' quanto emerge dalla ricerca "Countering Weee Illegal Trade", presentata oggi a Roma durante un workshop da Pascal Leroy, segretario generale del WEEE Forum (WEEE sta per Waste of electric and electronic equipment, ossia RAEE).
Secondo lo studio, il restante
65% dei rifiuti elettronici, pari a 6,2 milioni di tonnellate, risulta
esportato oppure riciclato in modo ambientalmente non corretto,
o più semplicemente
gettato tra i rifiuti indifferenziati.
L'indagine, durata circa 2 anni e finanziata dalla Comunità Europea, ha stimato che
oltre 750.000 tonnellate di RAEE finiscono
nella raccolta indifferenziata e
1,3 milioni di tonnellate vengono
spedite al di fuori dell'Europa senza adeguati documenti di esportazione. Di queste, circa il 30% (400.000 tonnellate) sono realmente rifiuti elettronici, il restante 70% invece sono apparecchiature ancora funzionanti.
Una quantità 10 volte superiore a quella dei RAEE esportati - circa 4,7 milioni di tonnellate - è invece
gestita in modo ambientalmente scorretto o
commercializzata in modo illegale all'interno dell'Europa.