(Teleborsa) - La
povertà ha colpito soprattutto i lavoratori autonomi.
A dirlo è un'elaborazione della
CGIA di Mestre, secondo la quale l'anno scorso il
24,9% delle famiglie con reddito principale da
lavoro autonomo ha vissuto con una
disponibilità economica inferiore a 9.455 euro annui, che è la soglia di povertà totale calcolata dall’ISTAT.
Praticamente una su quattro si è trovata in una condizione di vita non accettabile
Per quelle con reddito da pensioni/trasferimenti sociali e da
lavoro dipendente, invece, la percentuale al di sotto della soglia di povertà è stata inferiore. Per le prime, infatti, l’incidenza si è attestata al 20,9%, per le seconde al 14,6%.
Tra il 2010 e il 2014 la quota di nuclei familiari in cattive condizioni economiche è aumentata di 1,2 punti percentuali. Per i pensionati la povertà è scesa dell’1 per cento, tra i dipendenti è aumentata dell’1 per cento, mentre tra il cosiddetto popolo delle partite Iva l’incremento è stato del 5,1 per cento, anche se va sottolineato che nell’ultimo anno la variazione è stata pressoché nulla, sottolinea la Confederazione.