(Teleborsa) - Il dato diffuso oggi dall'
Istat, sul
clima di fiducia delle imprese e dei consumatori, nel primo caso deteriorato mentre nel secondo migliore delle previsioni, è stato accolto con un atteggiamento piuttosto cauto dai commercianti.
Per
Confcommercio i dati emersi oggi confermano la presenza di alcuni
elementi d'incertezza che rischiano di
limitare la possibilità della nostra economia di avviarsi su un sentiero di crescita più sostenuto rispetto a quanto registrato fino ad oggi.
Secondo
Confesercenti "la ripresa della spesa è ancora troppo lenta"
negozi e pubblici esercizi continuano a chiudere". Per i commercianti, il deterioramento del clima tra le imprese è dovuto agli "andamenti oscillatori di
vendite e fatturato", che
faticano a situarsi su una traiettoria chiara di crescita, come è emerso anche dai recenti
dati sull’industria e sulle
vendite al dettaglio di novembre.
Sul commercio al dettaglio, in particolare,
pesa la ripresa ancora troppo debole e a corrente alternata dei consumi. Il boom di fiducia dei consumatori, spiega l'Ufficio Economico Confesercenti, "non ha portato a variazioni significative della dinamica di spesa delle famiglie". La maggiore disponibilità, dovuta alla diminuzione dei livelli di disoccupazione e all’aumento del potere d’acquisto dovuto alla bassa inflazione, si è infatti indirizzata soprattutto a
ricostituire il risparmio bruciato durante la crisi, durante la quale gli italiani hanno fronteggiato la caduta del reddito con una riduzione del risparmio di circa 50 miliardi.
Guardando al prossimo futuro, i commercianti stimano che
gli aumenti del reddito disponibile delle famiglie non andranno ad accrescere i consumi, se non in maniera parziale.