(Teleborsa) -
Segnali di recupero dal fronte dei prezzi import-export statunitensi, complice il
parziale recupero del greggio, che ha allentato le
pressioni deflazionistiche.
Secondo quanto rilevato dal Bureau of Labour Statistics americano,
i prezzi alle importazioni sono saliti a marzo dello 0,2%, dopo il -0,4% rivisto di febbraio (
-0,3% il preliminare) ed il -1,3% di gennaio. Il dato è
peggiore delle attese degli analisti che stimavano un aumento più marcato dell'1%.
Su base annua si conferma una caduta dei prezzi del 6,2%.
Al netto delle importazioni di petrolio i prezzi import hanno registrato una
contrazione dello 0,1%, evidenziando un calo annuale del 2,5%.
Il declino dei prezzi agricoli e non agricoli ha invece avuto un impatto negativo sull'indice dei
prezzi alle esportazioni che non ha mostrato alcuna variazione, dopo il -0,5% del mese precedente ed il -0,8% di gennaio. Le stime di consensus erano per una discesa dello 0,2%. Su anno il dato è sceso del 6,1%.
Al netto dei prodotti agricoli i prezzi alle esportazioni sono saliti dello 0,3% rispetto al -0,5% rivisto di febbraio. Su base tendenziale hanno registrato invece una variazione negativa del 5,6%.