(Teleborsa) - L’Italia non prevede l’invio di soldati in Libia, "e in attesa che la situazione si stabilizzi" decide di intraprendere un'altra strada quella della diplomazia. La notizia è riportata dal Corriere della Sera, ricostruisce la posizione del Governo su un possibile intervento in Libia.
Mentre si attende che oggi si apra il vertice di Vienna che dovrà esaminare un percorso di sostegno al
governo guidato da Al Serraj, la Farnesina in una nota ribadisce che "l’unità e la stabilizzazione della Libia rimangono un obiettivo prioritario per l’Italia, è proprio di questo che si discuterà oggi a Vienna dalle delegazioni guidate dal segretario di Stato statunitense
John Kerry e dal ministro degli Esteri
Paolo Gentiloni.
L’appuntamento di Vienna- spiega la
Farnesina- riunisce i Paesi del 'formato di Roma' (membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, alcuni Paesi europei e della regione, Organizzazioni Internazionali e Regionali), allargato a Malta, Ciad, Niger e Sudan.
La novità qualificante è rappresentata dalla partecipazione del Premier
Al Serraj e di membri del Consiglio Presidenziale/Governo di Accordo Nazionale, a concreta testimonianza dei progressi, anche se ancora fragili, compiuti dal dialogo politico libico in questi mesi. Al Serraj potrà così raccogliere un importante messaggio di sostegno internazionale alla sua azione e presentare alcune prime decisioni, come il decreto per la formazione della Guardia Presidenziale e il provvedimento per la creazione di un comando operativo congiunto per la lotta a Daesh.