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La crisi è stata sottovalutata. Rifkin teorizza la terza rivoluzione industriale

Economia
La crisi è stata sottovalutata. Rifkin teorizza la terza rivoluzione industriale
(Teleborsa) - "Non abbiamo capito la portata di questa crisi, dobbiamo agire subito". Con queste parole l'economista visionario statunitense Jeremy Rifkin ha affrontato il nodo della crisi, al convegno inaugurale della ventisettesima edizione del Forum P.A.

L'economista ha poi spiegato che "la crisi economica è di lungo periodo ed è accompagnata da una crisi più grande", che comprende un crollo della produttività ed una crescita della disoccupazione, soprattutto fra i giovani "millenials". Di qui, Rifkin ha presagito una crescita lenta per molti anni ed ha parlato di una "terza rivoluzione industriale" rappresentata dalla digitalizzazione.

In questo contesto - ha detto l'economista - gli uomini resteranno al centro, anzi, avranno ancora più possibilità di lavoro, ma dovranno imparare nuove abilità, quelle richieste dalla terza rivoluzione industriale. Si pensi al “capitale sociale”: cultura, educazione, salute, tutti gli ambiti che contribuiscono a creare umanità. "Nessun robot potrà mai insegnare agli uomini a essere umani”, ha affermato, mettendo l'accento sul fattore innovazione.

L'altro elemento chiave è la condivisione: "Abbiamo - ha sottolineato - tre miliardi di persone collegate ad internet. Tutta la razza umana è collegata", ha sottolineato, parlando anche di un ruolo nuovo della PA e dei Comuni, che devono scegliere di investire risorse nella "sharing economy" e non, come è avvenuto finora, nella ristrutturazione di infrastrutture obsolete troppo legate alla seconda rivoluzione industriale .

Parlando dell'Italia, Rifkin ha affermato che "deve affrontare il forte divario che esiste tra il Nord e il Sud" ed abbracciare questa nuova rivoluzione industriale. "Il vostro paese - ha detto - vanta eccellenze di ogni tipo: perché allora la Germania produce autonomamente il 32% della propria energia, e voi no?”.

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