(Teleborsa) - Nella
scuola pubblica italiana ci sono molti più posti liberi di quelli che il
Miur rende pubblici. A sostenerlo il sindacato della scuola
Anief, secondo il quale ai 115.823 contratti di supplenza annuale assegnati nel corso di quest’anno scolastico, anche dopo il piano straordinario di assunzioni della
Buona Scuola, vanno infatti aggiunte altre 7mila cattedre, sempre vacanti, più 23mila posti determinati dalla somma dei cosiddetti “spezzoni” di ore della stessa disciplina d’insegnamento. La stampa specialistica è venuta a conoscenza che le ulteriori 30mila cattedre sono state chieste, per essere attivate, alcuni giorni fa dal Ministero dell’Istruzione a quello dell’Economia e delle Finanze. Il motivo sarebbe legato alla necessità di creare una legittima “ciambella di salvataggio” ai neo assunti con il potenziamento, senza la quale, come evidenziato dall'Anief, rischierebbero di vivere un esodo di massa: attraverso le assegnazione provvisorie, invece, il Miur riuscirebbe ad evitare questo dramma professionale per decine di migliaia di insegnanti.
"È l’ennesima dimostrazione che la differenza tra l’organico di diritto e l’organico di fatto – spiega
Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal – è un equivoco, o meglio un alibi, dietro il quale tenere nascosto un numero altissimo di posti da insegnante della scuola pubblica italiana. E quindi contenere il numero di immissioni in ruolo". "È giunta l’ora di mettere in ruolo tutto il personale docente precario abilitato, anche da graduatoria d’istituto, iniziando dalle classi di concorso senza più aspiranti docenti nelle GaE, e dal sostegno, dove in diverse province ci sono tantissimi posti liberi e altrettanti specializzati", ha puntualizzato Pacifico.