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Decreto banche: via libera del Senato alla fiducia. La parola alla Camera

Economia, Politica
Decreto banche: via libera del Senato alla fiducia. La parola alla Camera
(Teleborsa) - 169 voti favorevoli e 70 contrari. E' con questi numeri che il Governo incassa la fiducia del Senato sul dl banche. Approvato anche maxi-emendamento che recepisce tutte le modifiche che hanno allargato la platea dei risparmiatori che, travolti dal crac di Banca Etruria, Banca Marche CariChieti, CariFerrara, potranno accedere ad indennizzi automatici dopo gli investimenti sbagliati in obbligazioni subordinate dei quattro istituti bancari.

Secondo i piani del Governo si dovrebbe porre una nuova fiducia per approvarlo poi invia definitiva visto cheil decreto deve essere convertito in legge entro il 2 luglio.

Secondo il decreto passato oggi, gli investitori che potranno richiedere il rimborso automatico dell’80% dei soldi persi, saranno un po' più rispetto alla prime versione del testo e avranno tempo fino a fine anno per chiedere l’indennizzo.

Nasce invece la polemica sul cosi detto "patto marciano" su cui non vi è stato alcun emendamento.

Se dovesse ottenere il via libera della Camera, così com'è ora il testo, in caso di inadempimento dell’imprenditore a cui la banca ha fatto un prestito, questa potrà entrare in possesso del bene immobile messo a garanzia (a patto che non si tratti della prima casa) ma dovrà versare la differenza tra il valore, stimato da un soggetto terzo, e l’importo del debito.

Nel testo, che ora tornerà alla Camera per il via libera definitivo senza modifiche, non si parla di un punto fondamentale su cui aveva insistito il Governo, ossia che "qualora il valore del bene al momento della cessione sia superiore al debito residuo, il creditore corrisponderà al debitore la differenza tra i due valori. Qualora il valore del bene sia inferiore al debito residuo, il debitore non dovrà corrispondere nulla al creditore".

Quindi senza la specifica di questo punto se il bene dovesse valere meno del dovuto, il debito non si estinguerà e anzi l’impresa debitrice dovrà ridare alla banca la differenza



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