(Teleborsa) -
Altra giornata no per il petrolio, che continua a scontare le
incertezze dei mercati internazionali, che temono la
Brexit e l'effetto domino sulle consultazioni elettorali in Spagna e nel resto d'Europa.
Nessun effetto dalla
revisione al rialzo della stima di domanda da parte dell'
AIE. L'Agenzia che ha sede a Parigi ha migliorato di 100 mila barili la previsione di
crescita della domanda mondiale, che dovrebbe attestarsi a
1,3 milioni di barili rispetto agli 1,2 milioni precedentemente indicati. Per la prima volta, anche per il 2017 la domanda è stata indicata a 1,3 milioni.
Secondo l'Agenzia Internazionale, la domanda sarà trainata dalla
ripresa dei consumi dei Paesi emergenti dell'Asia, come la Cina e l'India, grazie alla ripresa dell'industria manifatturiera.
Se questa è una buona notizia per le quotazioni petrolifere, non lo è altrettanto la
stima di un possibile aumento della produzione (Kuwait, Emirati Arabi ecc.). Gli esperti avvertono che le stime fanno perno sull'
ipotesi che non vi sia un recupero di produzione in Canada e in Nigeria: quest'ultima ha perso 250 milioni di barili di produzione a causa di agitazioni, vedendo scivolare l'output a 1,37 milioni, sui minimi da 30 anni.
Ieri,
anche l'OPEC aveva formulato una previsione di contrazione dell'offerta non-OPEC, lasciando inalterata a 1,2 milioni la stima di crescita della domanda.
Frattanto, il
Brent scivola dell'1,51% a 49,59 dollari, mentre il
WTI cede l'1,08% a 48,35 dollari al barile.