(Teleborsa) -
Altra giornata piuttosto nervosa per ACEA, che cede in Borsa lo 0,83%, mostrando una stabilizzazione delle quotazioni dopo aver perso da inizio anno circa il 24%.
L'unica municipalizzata romana quotata - ATAC ed AMA non sono sul mercato - ha sentito le
ripercussioni dell'elezione del nuovo sindaco di Roma, la grillina Virginia Raggi, che non ha fatto mistero di voler entrare a gamba tesa sulla gestione delle società pubbliche.
I primi effetti si stanno già vedendo: a soli tre giorni dal voto,
il CdA dell'AMA, si riunirà per approvare le dimissioni in blocco. Lo stesso potrebbe accadere all'
ATAC che gestisce il trasporto bus e metro della Capitale.
Mostrano invece maggiore resistenza i vertici di ACEA, la società che fornisce elettricità e acqua.
Il Presidente Catia Tomasetti ha smentito "categoricamente" le sue dimissioni, dopo le voci circolate ieri, mentre
l'Ad Alberto Irace si è mostrato tranquillo e disponibile al confronto con il primo cittadino di Roma.
Ma cosa farà Virginia Raggi con ACEA? Se lo chiedono in molti e ad oggi non è stato fatto alcun passo formale da parte del nuovo Sindaco. Certamente, il
"pallino" dell'acqua pubblica del Movimento 5 stelle è cosa nota e mette in posizione difficile il Comune. Per far tornare pubblica l'ACEA infatti bisognerebbe
promuovere un'OPA che costerebbe 1,7 miliardi di euro circa, considerando un premio congruo del 35-37% sul valore medio delle azioni, oltre a rimborsare il debito per 2,2 miliardi di euro.
Il conto è salato: 4 miliardi di euro.
Anche riflettere si un imminente
ribaltone alimenta qualche
perplessità di natura economica: il CdA di ACEA va in scadenza il prossimo aprile e c'è da chiedersi se valga la pena assumersi il
costo di una disdetta contrattuale, considerando che il ricambio effettuato da Marino sulle società municipali è costato al Comune di Roma circa 2 milioni in cause legali.