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Precari, anche la Consulta si allinea alla Corte di Giustizia Europea

La Corte Costituzionale dichiara l'illegittimità della normativa italiana che disciplina le supplenze del personale docente e del personale amministrativo

Economia, Welfare
Precari, anche la Consulta si allinea alla Corte di Giustizia Europea
(Teleborsa) - La Corte Costituzionale si allinea alla Corte di Giustizia Europea acclarando l'illegittimità costituzionale della normativa italiana che disciplina le supplenze del personale docente e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola.

La Consulta mette il suo vessillo dicendo che la prassi nazionale di assumere e licenziare i lavoratori precari della scuola, oltre i 36 mesi di servizio attuato su posti vacanti, non è regolare.

Secondo la Consulta non ci sono "ragioni obiettive che giustifichino” la reiterazione delle supplenze oltre 36 mesi svolti su posti liberi. Ora potranno sbloccarsi i ricorsi pendenti presso i tribunali del lavoro, con migliaia di risarcimenti per il personale docente e Ata mentre i giudici potranno sempre disapplicare la normativa interna.

"Le nostre denunce erano corrette, tanto che con la Riforma della Scuola c’è stato un primo timido segnale sia sul fronte delle immissioni in ruolo sia su quello risarcitorio. Pure i tribunali del lavoro italiani si erano già adeguati ordinando le stabilizzazioni e procedendo a congrui risarcimenti, in linea con quanto deciso di recente dalla Corte di Cassazione", ha commentato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario organizzativo Confedir .

Secondo Pacifico, "in attesa della pubblicazione della sentenza della Consulta, che ha appunto dichiarato incostituzionale la Legge 124/99, laddove consente l’abuso reiterato dei contratti a termine per il personale supplente della scuola senza ragioni oggettive, nella causa trattenuta in decisione e discussa dagli avvocati dell’Anief, è evidente che quanto ha rivendicato il nostro sindacato da tempo era corretto: in mancanza di ragione sostitutive, si deve procedere alla stabilizzazione del personale o al risarcimento per l’abuso del lavoro precario".
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