(Teleborsa) - A 100 giorni dall'annuncio del premier
Renzi di un immediato intervento riparatorio per raddoppiare il
compenso dei commissari del concorso a cattedra dei docenti, ancora non è stato pubblicato il decreto, ma neanche una nota ministeriale o un impegno scritto da parte dell’amministrazione. È un caso di ineluttabile lentezza legislativo-amministrativa, scrive oggi
Tuttoscuola, ripercorrendo le fasi di una vicenda aperta l’11 aprile scorso dal premier Renzi, dopo che i media denunciarono “paghe da fame per impegnativi incarichi di responsabilità da conferire a dirigenti e docenti” impegnati a valutare i 163mila candidati a ricoprire i 63.712 posti messi a concorso dal Miur.
Il giovane sindacato della scuola
Anief ricorda che quanto sta accadendo con il concorso a cattedra del 2016 è un remake della selezione di quattro anni prima: “nel 2012 denunciammo un quadro non molto diverso dall’attuale, con diversi commissari, che per via dei compensi ridotti all’osso, si dimisero in corso d’opera, costringendo il Miur a chiamare pure i docenti in pensione”, dice oggi
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal. “È avvilente che per portare da 1 a 2 euro lordi l’ora il compenso dei commissari non siano bastati più di tre mesi: è da queste dinamiche che si comprende la scarsa considerazione che in Italia le istituzioni continuano ad avere per l’istruzione dei cittadini. E si comprende, anche, perché in tanti sono costretti a rivolgersi al tribunale per ottenere giustizia”, conclude il sindacalista Anief-Cisal.