(Teleborsa) - Rallenta la crescita del settore manifatturiero dell'Eurozona all'inizio del terzo trimestre.
A rilevarlo è
Markit secondo cui il valore finale dell'
indice PMI di luglio si attesta a 52 punti un valore appena più alto della stima
flash (51,9) ma inferiore ai 52,8 punti della lettura definitiva di giugno.
Il fattore principale che ha causato il crollo dell’indice è stato il "debole contributo" da parte della crescita dei nuovi ordini. Gli ordini esteri sono aumentati ad un tasso più debole rispetto a giugno e a un valore più basso rispetto alla media annuale.
I dati PMI nazionali hanno mostrato come
cinque tra le sette nazioni con dati disponibili hanno osservato a luglio un
miglioramento delle condizioni operative. Crescite più lente sono state registrate in tre delle quattro maggiori economie, per l’esattezza in
Germania (a 53,8),
Italia (51,2) e
Spagna (51), mentre continua la contrazione in
Francia (48,6) e in
Grecia (48,7).
"Nonostante a luglio abbia segnalato un rallentamento del tasso di espansione,
il PMI ha indicato una stabile crescita manifatturiera. L’unico problema è che la crescita sia
sempre più trasversale, fattore questo che
preoccupa gli organi decisionali della BCE e aggiunge pressioni circa l’emissione di altri stimoli", spiega Chris Williamson, Capo Economista presso
Markit. "Al di là dei dati principali - aggiunge l'economista -
si cela un’immagine più allarmante. Le espansioni della produzione e dei livelli occupazionali sono chiaramente guidate principalmente dall’impetuosa crescita in Germania, mentre questa rimane quasi
ferma in Italia e Spagna con contrazioni osservate in Francia e Grecia".