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Banche centrali, oggi le mosse della Bank of England contro la crisi da Brexit

La Bank of England dovrebbe annunciare oggi un taglio del tassi di interesse e un aumento del piano QE per scongiurare la recessione

Economia
Banche centrali, oggi le mosse della Bank of England contro la crisi da Brexit
(Teleborsa) - Il gran giorno è arrivato per la Bank of England che dovrebbe annunciare le misure per scongiurare la recessione (o almeno limitarne l'impatto) e contrastare gli effetti perversi della Brexit, dopo il referendum che ha sancito l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea.

Secondo le attese prevalenti fra economisti ed analisti, la banca centrale britannica annuncerà oggi un taglio dei tassi di interesse, pari almeno a 25 punti base, portando il tasso di rifinanziamento dall'attuale 0,50% allo 0,25%. Poi, è attesa un'altra sforbiciata prima di Natale di altri 15 punti base.

La strategia della banca guidata da Mark Carney non si limiterà solo alle manovre sui tassi, ma dovrebbe anche rilanciare una nuova stagione di quantitative easing (acquisti asset), anche se è più incerto se lo farà oggi o più avanti. Attualmente, il piano QE della BoE prevede l'acquisto di 375 milioni di sterline di titoli di vario tipo. Solo la metà degli economisti intervistati da un sondaggio di Bloomberg, però, attende una estensione del QE quest'oggi.

A supportare le decisioni della Bank of England vi sono le pressioni emerse dopo gli ultimi disastrosi dati sull'economia britannica, non tanto quello sul PIL che è stato diffuso qualche giorno fa, che non sconta ancora gli effetti del voto referendario ed ha segnalato una accelerazione della crescita dell'economia, quanto piuttosto una serie di indicatori anticipatori dello stato dell'attività. L'indice dei direttori acquisto (PMI) nel manifatturiero ha frenato bruscamente, portandosi in zona recessione, così come quello dei servizi, che è crollato sotto la soglia critica di neutralità (50 punti) a quota 47,4, spingendo l'indicatore composito comprendente manifattura e terziario ad un livello di 47,3 che denota recessione.

La sterlina sta già scontando questa eventualità ed ha perso oltre l'8% sul dollaro nell'arco degli ultimi tre mesi a quota 1,33 circa nel cambio. La svalutazione monetaria consentirà certamente al regno unito di incrementare la sua competitività e l'export, ma riporterà l'inflaizone verso e sopra il target del 2% fissato dalle autorità monetaria come obiettivo di lungo termine.

Oggi è anche il giorno della BCE, che pubblica il bollettino economico. In realtà dall'Istituto di Francoforte non sono attese grandi novità, salvo menzionare il rischio Brexit ed i segnali di rallentamento dell'economia, cui ha fatto cenno Mario Draghi nell'ultima riunione. Più attenzione sarà posta all'aggressivo piano di quantitative easing avviato ad inizio giugno, che comprende anche titoli societari (corporate bond) ed ha spinto i tassi di finanziamento delle imprese in negativo sino a -0,30%. Su questi livelli non è escluso il rischio di una bolla che potrebbe coinvolgere il settore bancario e spingere la BCE a frenare i suoi acquisti.
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