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Statali, Uilpa, servono 7 miliardi per il rinnovo triennale dei contratti

Economia, Welfare
Statali, Uilpa, servono 7 miliardi per il rinnovo triennale dei contratti
(Teleborsa) - Per il rinnovo triennale dei contratti nel pubblico impiego servono 7 miliardi di euro. Lo ha dichiarato il segretario generale della Uilpa, Nicola Turche specificando che "sono il minimo per restituire dignità e professionalità ai lavoratori" che attendono il rinnovo "dopo sette lunghi anni di penalizzazione retributiva".

Turco spera che "le notizie allarmistiche sulla frenata del PIL" non diventino un "apripista a nuove fumate nere sulla disponibilità delle risorse necessarie alla ripresa della contrattazione, perché ciò - è del tutto evidente - genererebbe una frattura insanabile, rendendo inevitabile l'apertura di un grave conflitto, che nessuno vuole in quanto dannoso per tutti, ad iniziare dalla funzionalità del servizio pubblico e dalle esigenze della collettività".

Giovanni Faverin, segretario generale della Cisl-Fp, chiede quindi "un aumento di 150 euro" come base minima dalla quale partire.

Intanto il Codacons ha presentato il primo ricorso collettivo al Tar del Lazio contro il blocco degli stipendi nel pubblico impiego, finalizzato ad ottenere la condanna al risarcimento del danno subito da ciascun ricorrente per il periodo compreso tra il 30 luglio 2015 e tutt'oggi, e alla corresponsione di un equo indennizzo, a compensazione del sacrificio imposto ai ricorrenti per effetto del mancato adeguamento del trattamento economico-stipendiale, per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2010 e il 30 luglio 2015, anche a titolo di arricchimento senza causa dell’amministrazione, per un totale complessivo di 10.400 euro a lavoratore.

“Ogni lavoro deve essere retribuito in modo equo. A tal fine è necessario che, in base alle modalità proprie di ciascun paese: - sia assicurata ai lavoratori una retribuzione equa, cioè una retribuzione sufficiente per consentire loro un decoroso tenore di vita; I datori di lavoro o le organizzazioni dei datori di lavoro da un lato, e le organizzazioni dei lavoratori dall'altro hanno il diritto, alle condizioni previste dalle legislazioni e dalle prassi nazionali, di negoziare e concludere contratti collettivi”.
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