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Eurozona, Fmi: invecchiamento forza lavoro si pagherà su crescita

In Italia,Spagna,Portogallo,Grecia più contraccolpi a produttività

Economia
Eurozona, Fmi: invecchiamento forza lavoro si pagherà su crescita
(Teleborsa) - Il forte invecchiamento previsto nei prossimi vent'anni nei Paesi dell'Eurozona rischia di produrre una frenata nella crescita della produttività, con rallentamenti a cascata sull'economia. E l'Italia, insieme alla Spagna, al Portogallo e alla Grecia è uno dei Paesi che registrerà i maggiori contraccolpi negativi di tale fenomeno. E' quanto sottolinea il Fondo Monetario Internazionale in un articolo, pubblicato sul blog ufficiale dell'istituzione, nel quale si definisce "preoccupante" tale fenomeno dal momento che "tali Paesi hanno già livelli elevati di debito e uno scarso spazio di manovra fiscale, e hanno bisogno di una rapida crescita della produttività per costruire competitività e abbattere la disoccupazione".



Secondo l'articolo, scritto dagli economisti Shekhar Aiyar, Christian Ebeke e Xiaobo Shao, nel prossimo ventennio la popolazione dell'area Euro dovrebbe invecchiare significativamente per due motivi: il numero di pensionati della regione crescerà in rapporto alle persone in età lavorativa (15-64); in secondo luogo l'età media dei lavoratori con età compresa tra 55 e 64 anni aumenterà, e tale classe di età aumenterà di importanza passando dal 15% al 20% dei lavoratori.

Gli economisti del Fondo, anche utilizzando l'evidenza empirica dei dati relativi a un campione di Paesi europei tra il 1950 e il 2014, stimano che un incremento di cinque punti percentuali della quota di lavoratori della classe di età 55-64 sia associato a un calo della produttività del lavoro del 3%.

Dallo studio emerge che un aumento del 5% della quota di lavoratori di eta' 55-64 anni sul totale dei lavoratori è associato con un calo della produttività totale dei fattori compresa tra il 2% e il 4%. E per i Paesi della zona Euro? La crescita della produttività totale dei fattori è stimata pari, per i prossimi vent'anni, allo 0,8% all'anno. Ma potrebbe essere più alta di un quarto, toccando l'1%, se fossero eliminati gli effetti dell'invecchiamento della forza lavoro. Un risultato che contrasta con quello degli Stati Uniti dove la forza lavoro, secondo le previsioni non solo non invecchierà ma nello stesso periodo dovrebbe diventare leggermente più giovane.

Sotto la lente del Fondo monetario internazionale anche l'Italia. "Senza una significativa accelerazione della crescita, alla Spagna ci vorranno quasi 10 anni e a Italia e Portogallo quasi 20 anni per ridurre il tasso di disoccupazione a livelli pre-crisi", ammonisce il FMI nel rapporto al termine della missione annuale nell'Unione monetaria, in cui si legge che "una disoccupazione alta probabilmente continuerà per un po'". Nel nostro Paese in particolare, si stima che il "tasso naturale di disoccupazione resti più alto di quello visto durante la crisi". Il Fondo fornisce al nostro Paese cinque raccomandazioni oltre a descrivere quali sono le priorità e i progressi fatti.

La prima raccomandazione è "l'adozione e l'implementazione della pianificata riforma dell'amministrazione pubblica" che tra l'altro dovrebbe trattare anche la gestione delle risorse umane per sbloccare la produttività. La seconda è data da "ulteriori misure volte a migliorare l'efficienza della giustizia civile" razionalizzando i tipi di casi che arrivano alla Cassazione, permettendo un'ulteriore specializzazione dei tribunali e premendo l'acceleratore sul progetto per lo sviluppo di indicatori sulla performance dei tribunali. La terza raccomandazione comprende, oltre al rafforzamento delle politiche previste dal Jobs Act, la "legislazione e l'implementazione di misure concrete per ridisegnare" il cosiddetto "wage supplementation scheme" (la CIG) "in un sistema universale di sostegno condizionale alla ricerca di lavoro e al training". La quarta raccomandazione del Fondo per l'Italia riguarda una "decentralizzazione della contrattazione salariale per permettere una maggiore flessbilità nei contratti nazionali". Infine, l'Fmi chiede la rapida approvazione e implementazione della Legge annuale sulla competizione per affrontare le barriere regolamentari esistenti in settori chiave come il retail e i trasporti.

L'Fmi cita poi i recenti progressi fatti dall'Italia come alcune riforme del sistema giudiziario per accelerare il ritmo con cui vengono condotti i processi, come la nuova legge sulla responsabilità civile dei giudici e il Jobs Act. Nel rapporto l'Fmi afferma anche che la ripresa economica dell'area euro "si sta rafforzando". Ora "i rischi sulla crescita sono più equilibrati di quanto lo fossero negli anni passati, quando erano chiaramente più sbilanciati ai ribasso", afferma l'istituzione. Tuttavia i problemi non sono finiti. Eurolandia continua innanzitutto ad accusare "una mancanza cronica di domanda" a cui si aggiungono le difficoltà di bilancio sia delle imprese che delle banche e una bassa produttività che frena investimenti e lavoro.
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