(Teleborsa) - Dilma Rousseff non ci sta e grida al golpe. Ieri,
il Parlamento, con 61 voti a favore e 20 contrari si è espresso a favore della rimozione dal suo incarico come presidente del Brasile.
"Al potere un gruppo di corrotti indagati. E' un secondo golpe di Stato", ha detto Dilma Rousseff.
Il vice presidente Michel Temer salvo elezioni anticipate continuerà a guidare il Paese fino alla fine del mandato presidenziale nel 2018. Temer ha promesso “un governo di pacificazione nazionale”.
Intanto nella città brasiliana, San Paolo,
centinaia di manifestanti che protestavano contro l'impeachment di Dilma Rousseff,
si sono scontrati violentemente con la polizia.
La Rousseff, era stata presa di mira dopo che il
Brasile, un tempo fiorente, è
caduto in una profonda recessione. La gestione, giudicata "allegra" dall'opposizione, ha alimentato il malcontento popolare, sfociato poi nella richiesta di un procedimento di impeachment per eccesso di spesa pubblica e violazione della legge di responsabilità fiscale.