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Draghi assicura: "Quantitative Easing fino a marzo 2017"

Il governatore della BCE, Mario Draghi spiega che "l'economia è solida ma i rischi sono orientati al ribasso"

Economia
Draghi assicura: "Quantitative Easing fino a marzo 2017"
(Teleborsa) -

"Continuiamo ad aspettarci di mantenere i tassi invariati, mentre il Quantitative Easing (QE) durerà almeno fino a marzo 2017, oltre se necessario". E' con queste parole che Mario Draghi, Governatore della Banca Centrale Europea (BCE), ha iniziato la conferenza stampa che illustra i motivi per cui la Banca Centrale Europea ha lasciato il costo del denaro fermo a zero. Una decisione che era nell'aria. "Lo scenario di base rimane soggetto a rischi al ribasso", ha detto Draghi.

Tuttavia, il Governatore dell'Eurotower ha sottolineato: "continuiamo ad attenderci un PIL in crescita moderata ma costante. Il Consiglio continuerà a monitorare lo scenario".

Draghi continua a rassicurare i mercati dicendo: "agiremo con tutti gli strumenti che sono disponibili nel nostro mandato, anche perché i rischi restano orientati al ribasso".

Guardando avanti ci aspettiamo che la ripresa economica continui. "La ripresa - ha spiegato Draghi- continua ad essere appesantita dalla domanda estera in particolare dopo la Brexit. La ripresa è frenata anche dalle riforme strutturali che non hanno prodotto gli effetti sperati.

Il Governatore BCE ha auspicato che l'implementazione delle riforme strutturali venga fatta in fretta per aumentare la crescita.
Guardando la futuro, spiega che i tassi d'inflazione rimarranno bassi nei prossimi mesi, almeno fino al 2016: "Appoggiati dalle nostre misure di politica monetaria i tassi d'inflazione dovrebbero crescere nel 2017 nel 2018".

Per quanto riguarda la crescita economica sul 2017 e 2018, la BCE prevede un +1,6% di un decimale di punto inferiori alle stime diffuse tre mesi fa. La previsione sul 2016 è stata invece leggermente alzata all'1,7%.

Nei verbali della riunione del 21 luglio scorso, la BCE aveva già manifestato un'aumentata preoccupazione per l'attuale livello dei prezzi e per la ripresa troppo a rilento dell'Eurozona, sulla quale pesano anche fattori esterni quali il rallentamento delle economie emergenti.














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