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Prometeia rivede al ribasso le stime del PIL italiano. Pesano varie incertezze

Economia
Prometeia rivede al ribasso le stime del PIL italiano. Pesano varie incertezze
(Teleborsa) - "In un contesto globale sempre più incerto, molte economie, tra cui Italia, USA e Germania, potrebbero andare incontro a periodi di crescita senza produttività". E' quanto segnala Prometeia che nell'ultimo rapporto ha tagliato le stime sul PIL 2016 dell'Italia (da +0,8% a +0,7%) e 2017 (da +0,9% a +0,8%). Per gli anni successivi si stima una crescita media annua vicina all'1%.

La politica di bilancio è prevista ancora "moderatamente espansiva" con la legge di Bilancio 2017. Le previsioni sono per una discesa del deficit/PIL (2,4% quest'anno, 2,5% l'anno prossimo) e rientro del disavanzo posticipato al 2018.

Le incertezze legate al referendum costituzionale "continueranno a pesare, in Italia e non solo. Un eventuale esito negativo potrebbe avere ripercussioni sulla stabilità del Governo e mettere in discussione l'agenda delle riforme", spiega l'Istituto di ricerca economica.

Aumentano i dubbi sulle azioni messe in atto dalla banche centrali, lasciate sole dai governi alle prese con le scadenze elettorali.
"Le banche centrali sono divise tra di loro e al loro interno: avviare la normalizzazione dei tassi di interesse nonostante gli obiettivi enunciati non siano stati ancora raggiunti? Il tema sottostante è la percezione che le politiche monetarie, lasciate nel­la loro solitudine, abbiano ormai il fiato corto. La BCE stenta a trovare un modo praticabile per rafforzare ulteriormente la politica espansiva. La Bank of Japan sembra procedere a zig-zag. La Fed non potrà che rialzare i tassi entro l’anno per non perdere totalmente di credibilità. La BoE ha rial­largato la politica monetaria e sembra ritrovarsi un Governo collaborativo nel rivedere i piani di restrizioni fiscali precedenti", sottolinea il report.

La tenuta della ripresa è messa in dubbio dalla bassa crescita del commercio mondiale che quest’anno sta sfiorando la stagnazione. Tra i molteplici i motivi di questo andamento l’osservazione di un numero crescente di provvedimenti in odore di protezionismo.










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