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Giornalista e scrittore giordano ucciso ad Amman davanti al Tribunale per vignetta contro Isis

Nahed Hattar si stava recando dai Giudici perché accusato di aver condiviso su Facebook una "satira" giudicata blasfema. L'assassino, anch'egli giordano, è stato arrestato

Giornalista e scrittore giordano ucciso ad Amman davanti al Tribunale per vignetta contro Isis
(Teleborsa) - L'uomo, 56 anni, è stato assassinato con colpi di pistola alla testa mentre saliva la scalinata che porta al Tribunale di Amman per essere giudicato su un caso molto controverso e che aveva suscitato scalpore. Nahed Hattar, infatti, aveva condiviso su Facebook una vignetta che, a suo dire, avrebbe dovuto mettere in ridicolo l'Isis per il loro modo di interpretare l'Islam. Il giornalista scrittore era invece stato messo sotto accusa per oltraggio alla religione, settarismo e razzismo. Secondo quanto riferito dagli organi di sicurezza giordani, Hattar, ferito gravemente, è stato colpito da un uomo giordano di Amman ed è morto poco dopo all'arrivo in ospedale.

La "condivisione" della vignetta incriminata era avvenuta lo scorso 12 agosto. Su di essa, dal titolo "Il Dio dei Daesh" e a firma "M80", si vede Abu Saleh, Ministro delle Finanze dell'Isis ucciso nel novembre 2015 da un drone americano, che in Paradiso a letto con due donne all'interno di una tenda, chiede a un Dio "ossequioso" che fa capolino sull'ingresso di portargli un bicchiere di vino, avvertendolo: "La prossima volta, però, bussa prima di entrare".

La reazione dei musulmani alla "condivisione" era stata di forte risentimento, con l'accusa allo scrittore di essere cristiano. Non erano bastate le sue giustificazioni di essere "non essere credente", di non essere contro i musulmani, ma di aver semplicemente voluto ridicolizzare la visione dell'Islam a suo dire distorta sia da parte dell'isis che della Fratellanza musulmana.

Ma peggio! I Fratelli musulmani, forza politica il Giordania oltre che religiosa, avevano invitato il Governo a intervenire contro Nahed Hattar. Lo scrittore, sempre su Facebook, aveva replicato, da "non credente, di provare rispetto per i fedeli che non comprendono satira dietro la vignetta".

Intanto, la magistratura giordana sin dalla sera dello stesso 12 agosto aveva ordinato l'arresto del giornalista-scrittore. Hattar si era costituito il giorno seguente. Subito interrogato, era stato trattenuto in detenzione preventiva e successivamente rinviato a giudizio a conclusione di una rapida indagine disposta personalmente dal Primo Ministro giordano, Hani Mulki. Alle accuse iniziali, il Pubblico Ministero, Abdullah Abul-Ghanam, aveva aggiunto quella di insulto a sfondo religioso, per aver diffuso "materiale inteso a colpire il sentimento e il credo religioso".

Nahed Hattar, intellettuale noto in Giordania come uomo polemico e provocatorio, era aperto sostenitore di Bashar al Assad e come il dittatore siriano definiva "terroristi" tutti gli oppositori del regime di Damasco. Hattar era anche pubblicamente a favore del ritiro dei diritti civili e legali ai giordani di origini palestinesi. Per queste sue posizioni, il giornalista e scrittore si era più volte trovato a difendere le proprie opinioni in Tribunale, accusato anche di insulti al Re di Giordania,?Abd Allah II ibn al-Husayn

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