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Alla Camera in discussione la Legge sui piccoli Comuni. Il voto entro settembre. Poi al Senato

In ballo un fondo di 100 milioni di Euro per il periodo 2017-2023. "Piccoli palliativi" dichiara però a Teleborsa Egidio Pedrini Sindaco di Zeri (MS)

Politica
Alla Camera in discussione la Legge sui piccoli Comuni. Il voto entro settembre. Poi al Senato
(Teleborsa) - E' giunto alla Camera per la discussione generale un disegno di legge per il salvataggio dei piccoli comuni penalizzati dal vincolo del Patto di Stabilità. Un fondo di 100 milioni di euro per il periodo 2017 al 2023 che dovrà finanziare appunto gli investimenti nei piccoli Comuni, quelli al di sotto dei 5mila abitanti. Il voto finale è previsto entro pochi giorni, al massimo per la fine di settembre. Poi il provvedimento passerà al Senato.

Dopo un iter di diversi anni, cominciato a settembre 2013, la prima lettura del provvedimento a favore dei 5.627 piccoli comuni, di cui 2.340 sofferenti di forte disagio economico e demografico, si avvia così verso la conclusione. Al centro della Legge semplificazioni in materia di banda larga, norme sugli alberghi diffusi e sul dissesto idrogeologico. I contributi stanziati saranno impiegati per la riqualificazione del patrimonio immobiliare in abbandono, la manutenzione del territorio con priorità alla tutela dell’ambiente, la messa in sicurezza di strade e scuole, la possibilità di acquisire case cantoniere e tratti di ferrovie dismesse da rendere disponibili per attività turistiche, la promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta.

"Si tratta tuttavia di piccoli palliativi - commenta a Teleborsa Egidio Pedrini, sindaco di Zeri, piccolo comune montano in provincia di Massa e già senatore e deputato - in quanto il testo della Legge non affronta come dovrebbe la situazione appunto drammatica dei piccoli comuni, in tale situazione non per colpa loro, ma per come lo Stato li sta trattando, in particolare quelli montani". "Un esempio per tutti - spiega Pedrini - è dato dalla situazione delle acque lasciate alla speculazione privata, dalla piaga delle esondazioni e dal dissesto idrogeologico".

"I piccoli centri concentrano il 90% delle nostre Dop e Igp agroalimentari – spiega da parte sua il deputato Pd Ermete Realacci, primo firmatario del provvedimento, a sostegno dell'iniziativa - e amministrano più della metà del territorio nazionale. In essi vivono oltre dieci milioni di italiani. Non sono un'eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e proiettarle nel futuro. Inoltre la nuova economia ha bisogno di banda larga, che non a caso è al primo posto tra le misure previste dal ddl: se si è connessi con il resto del mondo si può dare vita a iniziative economiche di grande scala anche in luoghi minuscoli".

"Siamo quasi in dirittura d’arrivo - aggiunge il relatore in Aula della legge, Enrico Borghi (Pd) - e mi pare che sia un gesto di significativo rilievo politico il fatto che, a un mese esatto dal gravissimo terremoto di Amatrice, il Parlamento sarà chiamato a votare misure concrete nell’indirizzo di territori e comunità delle aree interne e montane.
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