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Giustizia, un italiano su due è insoddisfatto dei tribunali civili

A segnalarlo l'Istat, specificando che l'11% della popolazione è stata coinvolta almeno una volta in un contenzioso civile

Giustizia, un italiano su due è insoddisfatto dei tribunali civili
(Teleborsa) - La Giustizia non soddisfa i cittadini italiani. Il 52% di coloro che hanno avuto una esperienza diretta con la Giustizia civile, infatti, dichiara di essere poco o per niente soddisfatta, con la percentuali di uomini insoddisfatti maggiore rispetto a quella delle donne (57% rispetto al 46,8% delle donne).


Secondo i cittadini bisognerebbe soprattutto ridurre la durata dei procedimenti (68,6%), semplificare gli aspetti burocratici (57,7%) e garantire puntualità alle udienze (31,0%).

Buona parte dei cittadini individua nel rapporto umano con i magistrati il fattore di maggiore criticità. Tre su dieci ritengono che i giudici dovrebbero “prestare più attenzione alle ragioni delle parti” o garantire una maggiore “imparzialità” (21,7%).

Nel 2015, segnala l'Istat, l'11% della popolazione residente di 18 anni e più (circa 5 milioni 500 mila persone) dichiara di essere stata coinvolta almeno un volta in un contenzioso civile nel corso della vita. Questo tipo di esperienza vede protagonisti più spesso gli uomini (12,9%) delle donne (9,3%).
A livello regionale i contenziosi civili sono più frequenti nel Nord-est (12,9%) che nel Meridione e nelle Isole (9,2% e 8,6%), più nei comuni centro di area metropolitana rispetto ai piccoli centri fino a 2mila abitanti (12,3% contro 9,6%).

All'avvio della causa soltanto il 27,8% dei cittadini era a conoscenza dei costi da sostenere; la quota scende all'aumentare dei gradi del giudizio: nei Tribunali o presso il Giudice di pace è pari a circa il 28%, diminuisce sensibilmente in Corte d’Appello (25%), crolla in Cassazione (7,9%).

Il processo civile si svolge in un ampio arco temporale: il 17,2% dei rispondenti dichiara che la controversia si è conclusa nei cinque anni successivi all'anno di inizio, il 40% in un periodo compreso tra 2 e 5 anni, il 19,1% nell'anno successivo all'avvio e il 23,8% nello stesso anno dell’avvio.

Una profonda insoddisfazione (67,3%) viene manifestata da chi aspetta da almeno cinque anni la pronuncia del giudice come pure da parte di chi ha sostenuto costi elevati assolutamente non previsti (70%). L’insoddisfazione diventa ancora più marcata tra coloro che considerano l’esito del procedimento del tutto “sfavorevole” (84%).

Negli ultimi tre anni ben 1 milione 555 mila persone hanno deciso di rinunciare ad avviare una causa civile per il timore di sostenere costi troppo elevati rispetto al vantaggio conseguibile (30,8%), per l’incertezza dei tempi di svolgimento (25,6%) o dell’esito favorevole (15,5%).

Non tutti sanno che è possibile raggiungere un accordo reciprocamente soddisfacente attraverso forme di risoluzione extragiudiziali (cosiddette ADR). Solo il 41,9% conosce l’Arbitrato e il 43,9%il significato di Mediazione Civile. Nel corso della vita la quota di cittadini che ha utilizzato tali strumenti è di circa il 3,6%.
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