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Il Piano FS investe 94 miliardi in 10 anni. Previsti 15 miliardi solo per Anas

L'Ad FS Mazzoncini illustra il piano che punta al raddoppio degli utili. La quotazione in Borsa riguarderà solo le "Frecce"

Economia
Il Piano FS investe 94 miliardi in 10 anni. Previsti 15 miliardi solo per Anas
(Teleborsa) - Il Piano Ferrovie dello Stato mette sul piatto 94 miliardi di investimenti nei prossimi 10 anni. Lo ha annunciato l'Ad del gruppo Renato Mazzoncini presentando il Piano. Tale cifra si suddivide in tre parti: 73 miliardi per lo sviluppo delle infrastrutture, 14 miliardi per il materiale rotabile, 7 miliardi per lo sviluppo tecnologico.

Un volume imponente, che si spalma su 10 anni, un arco temporale necessario per coprire progetti infrastrutturali di una certa importanza e trasformare le FS in un'azienda di mobilità integrata e globale.

L' obiettivo del gruppo è quello di arrivare a 17,6 miliardi di fatturato al 2026 dai circa 9 miliardi previsti per il 2016 e raddoppiare l'Ebitda da 2,3 miliardi a 4,6 miliardi nel 2026. Il 70% di crescita verrà realizzato con azioni che sono fuori dal perimetro attuale del gruppo.

Fra gli obiettivi del piano c'è anche lo sviluppo all'estero, che conta il 13% dei ricavi, con l'obiettivo di raggiungere il 23%. Fra i progfett, le FS intendono "partecipare alla gara per la linea Londra-Edimburgo", ha detto l'Ad.

Il Piano comprende anche l'integrazione nella rete nazionale RFI delle ex ferrovie concesse e l'operazione Anas, proprio perché l'obiettivo è quello di fornire un servizio sempre più integrato. L'idea è nata dalla convinzione che l'operare uniti nello sviluppo delle infrastrutture porterà sinergie per 400 milioni in termini di risparmi. Per Anas sono stati programmati investimenti per 15,5 miliardi in 10 anni. Unendo questa somma a quella prevista per la rete ferroviaria si arriva a 78 miliardi investiti sulle infrastruture.

Come corollario è prevista una crescita occupazionale di 21 mila nuovi posti di lavoro, soorattutto su aziende appaltatrici.

Riguardo la quotazione in Borsa, Mazzoncini ha spiegato che il progetto di IPO era nato con alcuni problemi: innanzi tutto dei 38 miliardi di patrimonio una buona parte (34 miliardi) sono rete ed il secondo problema e che l'Ue ha messo dei paletti sul pagamento dei dividendi. Un vincolo per una società che si deve quotare.

Per questo motivo, temintata l'idea di quotare il gruppo, il management ha pensato di dividere l'attività in due, scorporando la parte dell'alta velocità costituito dalle Frecce, che si andranno a quotare e a competere all'estero.

Questa unità vanta un potenziale di crescita dei ricavi da 2,4 miliardi a 3 miliardi nell'arco del Piano e dell'Ebitda da 700 milioni a 1 miliardo con il 33% di Ebitda margin.
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