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Conti Correnti, interrogazione alla Camera su commissioni: "Rivedere sistema dei costi fissi applicato dalle banche"

Secondo Cgia Mestre commissioni nette sui ricavi le più alte d'Europa

Economia, Politica
Conti Correnti, interrogazione alla Camera su commissioni: "Rivedere sistema dei costi fissi applicato dalle banche"
(Teleborsa) - L'allarme era già stato lanciato nei giorni scorsi dalla Cgia di Mestre, che aveva evidenziato nel 2015 una forte incidenza percentuale delle commissioni nette sui ricavi delle banche italiane, la più elevata d'Europa, pari al 36,5% contro il 17% dei Paesi Bassi o il 26% della Germania. La questione, che pesa notevolmente sulle tasche dei correntisti italiani a causa della crescita dei costi dei conti correnti, delle carte di credito e degli altri servizi bancari, è ora arrivata sui tavoli parlamentari.

Il deputato di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, Gaetano Nastri, ha presentato un'interrogazione al Ministro dell'Economia e delle Finanze Padoan chiedendo se il Governo sia a conoscenza del rapporto della Cgia di Mestre, che evidenzia come la clientela italiana sia la più tartassata in termini di costi da parte del sistema bancario nazionale e quali iniziative urgenti di competenza il Governo intenda intraprendere al fine di pervenire a una revisione del sistema dei costi fissi applicato dagli istituti di credito, posto che la struttura delle commissioni, così com’è attualmente prevista, determina l’incidenza più alta a livello europeo. Il rapporto del centro studi della Cgia di Mestre evidenzia che, nel 2015, i ricavi netti assoluti derivanti dalle commissioni bancarie nel nostro Paese hanno sfiorato i 30 miliardi di euro, quasi 5 miliardi di euro in più rispetto al 2008, confermando come il sistema italiano sia fra i meno concorrenziali a livello europeo.

L’Associazione degli artigiani delle piccole e medie imprese di Mestre ha osservato che, se si considera che con la crisi economica sono cresciute a dismisura le sofferenze in capo alla clientela e la contrazione dei tassi di interesse ha ridotto ai minimi termini i margini di redditività delle nostre banche, queste ultime, appesantite da costi fissi ancora troppo elevati, hanno ritenuto più conveniente ridurre gli impieghi, e quindi i rischi, e aumentare i ricavi dalle commissioni sui conti correnti, sui servizi bancomat/carte di credito, i servizi di incasso/pagamento e dalle attività extra creditizie, come la vendita di titoli, valute e strumenti di capitale; al riguardo, l’interrogante evidenzia come il documento ribadisce un quadro complessivo preoccupante e inaccettabile, nell’ambito del rapporto tra il sistema bancario ed i risparmiatori, sia con riferimento ai costi fissi applicati alla clientela, che hanno raggiunto livelli inaccettabili, che nei riguardi della persistente rigidità connessa all’erogazione dei prestiti alle imprese e alle famiglie, le cui conseguenze accrescono le difficoltà economiche, rallentando la ripresa e i consumi interni.
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