(Teleborsa) - E' battaglia sul quesito posto dal
Referendum costituzionale che si terrà il 4 dicembre prossimo.
Sinistra Italiana e il
Movimento 5 Stelle fanno fronte unico, tacciando la domanda che troveranno i cittadini sulla scheda referendaria come "uno spot pubblicitario".
La polemica si sposta dai palazzi della politica alle aule di giustizia, con i due partiti
pronti a fare ricorso al TAR del Lazio contro la formula"predisposta dal Quirinale". Pronta la replica del Colle che non ci sta e controbatte alle critiche dicendo che il testo è già stato valutato e ammesso dalla
Corte di Cassazione e approvato dal
Parlamento.
Il quesito "incriminato" recita: "Approvate il testo della legge costituzionale concernente
disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione, approvato dal
Parlamento e pubblicato nella
Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?".
Il Referendum è un momento molto importante per l'Italia, dato che dall'esito dipenderà il corso della politica e dell'economia del Paese. Secondo alcuni, infatti, una vittoria del NO al potrebbe portare a nuove elezioni prima della scadenza naturale del mandato nel 2018 anche se il Premier
Matteo Renzi ha già escluso l'ipotesi dicendo "
comunque vada, le elezioni sono nel 2018".