(Teleborsa) - Inammissibile per difetto assoluto di giurisdizione. E' così che Il
TAR del Lazio ha respinto la richiesta sul quesito posto dal
Referendum costituzionale che si terrà il 4 dicembre prossimo.
Sinistra Italiana e il Movimento 5 Stelle avevano fatto fronte unico tacciando la domanda della scheda referendaria come "uno spot pubblicitario", ricorrendo così ai
giudici amministrativi.
La logica seguita dal TAR è che il quesito referendario è già stato approvato dalla
Corte di Cassazione quindi il TAR non può pronunciarsi nel merito della questione.
In una nota, i magistrati amministrativi spiegano: "l'individuazione del quesito contestato è riconducibile alle ordinanze adottate dall'
Ufficio Centrale per il Referendum istituito presso la
Corte di Cassazione ed è stato successivamente recepito dal
Presidente della Repubblica nel decreto impugnato. Sia le ordinanze dell'Ufficio Centrale per il Referendum sia il decreto presidenziale nella parte in cui recepisce il quesito -si legge- sono espressione di un ruolo di garanzia, nella prospettiva della tutela generale dell'ordinamento e si caratterizzano per la loro assoluta neutralità che li sottrae al sindacato giurisdizionale", concludono i giudici.