(Teleborsa) - Dopo le polemiche degli ultimi giorni, il
Governo avrebbe deciso di cambiare rotta sulla voluntary-bis e di far saltare la flat tax al
35% sull'emersione del contante. La versione definitiva del decreto fiscale tornerebbe quindi al rientro dei capitali prima maniera, quello del 2015, che
non prevedeva un'aliquota forfait ma il normale calcolo delle somme emerse nella
tassazione progressiva per fasce di reddito. Inoltre dovrebbe essere confermato
l'obbligo di dichiarare la provenienza del denaro.
L'obiettivo, indicato dal
viceministro dell'Economia Luigi Casero, è quello di evitare l'anno prossimo il fatidico 'tax day' e di diluire i versamenti, anche per non essere costretti, come ormai consuetudine, a concedere inevitabili e richiestissime
proroghe in corso d'opera. La proposta di "uscire dalla scadenza unica" del 16 giugno "è accettabile e praticabile", ha spiegato Casero, ipotizzando come date aggiuntive il 30 giugno o il 15 luglio. "Lo dobbiamo decidere in questi giorni, con due principi comunque intangibili: - ha puntualizzato - le eventuali novità
non devono introdurre oneri per il bilancio pubblico e devono avere scadenze praticabili per l'Agenzia delle entrate".
Sul fronte caldo delle cartelle arrivano intanto i nuovi dati di
Equitalia. La "finestra" che concedeva 60 giorni di tempo a quei contribuenti che erano decaduti dal proprio piano di rateizzazione concordato con la società di riscossione
si è chiusa il 20 ottobre scorso con un vero e proprio boom:
circa 100 mila richieste di riammissione alla rateizzazione. Dal 20 agosto scorso, sono stati rimessi in rateizzazione circa 3 miliardi, anche se per il dato definitivo bisognerà attendere che sia lavorata l'ultima parte, il 5% del totale, delle istanze pervenute.