(Teleborsa) - La deflazione continua a preoccupare il Giappone e mette sotto pressione la Banca centrale giapponese per ulteriori misure di sostegno.
Secondo l'
Ufficio nazionale di statistica, nel mese di settembre, l'
indice dei prezzi al consumo (CPI) è salito dello 0,2% su base mensile mentre rispetto allo stesso mese dell'anno precedente ha riportato un
calo dello 0,5%, molto lontano dal target del 2% perseguito dalla banca centrale. I prezzi al consumo, al netto delle componenti più volatili, quali i cibi freschi ed energia, hanno registrato una variazione nulla su base mensile e annuale.
Il dato preliminare dell'indice dei
prezzi al consumo dell'area di Tokyo relativo al mese di settembre segnala un aumento dello 0,6% su mese, mentre su base tendenziale si è registrato una lieve salita dello 0,1%. L'indice core sale dello 0,2% su mese e scende dello 0,4% su anno.
I dati di Tokyo sono ritenuti un ottimo anticipatore del trend di prezzi nazionale.
Ad alimentare il pressing sulla banca centrale guidata da Kuroda sono
le famiglie giapponesi che hanno ridotto la spesa del 2,1% su anno, seppur meno di quanto stimato dagli economisti, che indicavano una contrazione del 3%.
Sul fronte del mercato del lavoro,
la disoccupazione si conferma al livello più basso dal 1995, al 3% dal 3,1% di agosto.