(Teleborsa) -
Dall'educazione alla politica estera, dalle scelte in materia di diritti a quelle sull'immigrazione.
Il programma della candidata democratica si basa sul sostegno alle energie rinnovabili, punta a incrementare la spesa pubblica per infrastrutture, a regolamentare di più il settore finanziario, a monitorare e combattere l’aumento ingiustificato dei prezzi dei farmaci e, ad aumentare il salario minimo orario.
Potenziamento della campagna contro i
combattenti ISIS, rivoluzione diplomatica della guerra civile in Siria, riforma della detenzione delle armi, sono i tre punti fondamentali del piano sul fronte del terrorismo e della sicurezza.
In relazione al
sistema fiscale, è previsto: un aumento della spesa pubblica grazie a incrementi di imposta per redditi elevati (sopra 250 mila dollari); l’introduzione di una sovrattassa per redditi sopra i 2 milioni; l’aumento dell’imposta di successione e l’introduzione di una tassa sulle istituzioni finanziarie.
Quanto all'
immigrazione, Clinton ha promesso una riforma nei primi 100 giorni del suo incarico, l’espansione della cittadinanza alle unità familiari e facilitazioni per l’ottenimento dei permessi di lavoro e cittadinanza.
Sanità. La ex first Lady è determinata inoltre a garantire l’assicurazione sanitaria a chi ha un reddito basso ed ampliare l’Affordable Care Act, che copre 20 milioni di persone.
Quanto alle
infrastrutture sono previsti nuovi investimenti come la rete stradale e il trasporto pubblico, ma anche la banda larga a tutte le famiglie statunitensi entro il 2020.
Diritti. Maggiori diritti per persone disabili e per omosessuali, college accessibile agli studenti, facendosi carico del loro debito e interventi di supporto a chi ha problemi di salute mentale e autismo.
In materia di
politica estera, Clinton intenderebbe continuare la linea adottata dal suo predecessore Obama. Sostegno a Israele, nessuna apertura verso la Russia e nuove sanzioni verso l’Iran.
Ultimo punto del programma, ma non per importanza è l’
istruzione per cui sono previsti investimenti cosicché nessuna famiglia deve pagare oltre il 10% del proprio reddito per permettersi una educazione di qualità per i propri figli. Prevista anche la ristrutturazione delle vecchie scuole.