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USA 2016, Trump è Presidente. La delusione di Hillary e l'ira delle folle

Economia, Politica
USA 2016, Trump è Presidente. La delusione di Hillary e l'ira delle folle
(Teleborsa) - Il magnate della finanza Donald Trump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti, non ancora eletto, ma perlomeno "designato", dato che la proceduta di elezione passa per la nomina dei "Grandi Elettori" che andranno ad eleggere il loro candidato. L'inizio del mandato poi sarà il 20 gennaio, come stabilito dalla costituzione americana.



Frattanto, l'elezione di Trump ha esplicato pienamente i suo effetti, la delusione iniziale dei mercati, che contavano sullo "status quo" con la nomina di Hillary Clinton, il timore e l'incertezza su quello che sarà il futuro dell'economia e della finanzia USA. Tutti sentimenti espressi nelle "reazioni a caldo" dei protagonisti e della comunità economico-finanziaria.

Lampante il caso di Wall Street che, dopo aver aperto in deciso ribasso, ha recuperato ampiamente terreno, dimostrando di aver pienamente e velocemente digerito la piccola "rivoluzione" avvenuta nell'arena politica.

Quanto agli attori principali, se Trump era gongolante per la sua elezione, tanto da smorzare i toni più accesi e fare un discorso di grande apertura, l'attuale Presidente Barack Obama ha fatto il suo dovere e si è congratulato con il vincitore, così come la Clinton ha fatto buon viso a cattivo gioco, telefonando e congratulandosi con il suo avversario, dopo aver perso per la terza volta consecutiva il biglietto per la Casa Bianca. Poi, Hillary ha ammesso "sono delusa" ed "è una sconfitta dolorosa", lanciando anche un messaggio alle sue sostenitrici: "Non abbiamo ancora rotto il più alto e più duro soffitto di cristallo ma un giorno succederà".

Grande rabbia invece a New York e Chicago, dove gli attivisti della sponda democratica hanno voluto rispondere alle parole di Trump - "sarò il Presidente di tutti gli americani" - sbandierando cartelli e striscioni con scritto "Not My President". Nelle strade sono scese decine di migliaia di persone, a sfidare la pioggia ed a testimoniare la rabbia contro l'elezione. In alcuni casi queste manifestazioni, che si sono tenute anche in altre città - Seattle, Portland, Oakland, San Francisco, Los Angeles, Boston, Filadelfia, Detroit, Austin - sono sfociate in parapiglia, tanto che a Manhattan la polizia ha arrestato 30 persone. Tensione ed arresti anche a Columbus Circle, uno degli ingressi di Central Park. La manifestazione è partita da Union Square, per poi dirigersi verso Midtown e raggiungere la Fifth Avenue dove si trova la Trump Tower.

Sull'opinione di analisti ed economisti delle più grandi banche d'affari ed agenzie di rating si è detto tanto ieri, perlopiù tutti concordavano sul fatto che bisognerà vedere se Trump sceglierà una posizione più morbida di quella mostrata in campagna elettorale, mentre persistono "rischi al ribasso" per il futuro dell'economia. In ballo c'è anche il futuro di Janet Yellen in capo alla Fed, dato che Trump aveva più volte attaccato la donna che guida la politica monetaria USA accusandola di essere politicizzata, ma esperti e mercati sembrano ora escludere che Trump chiederà alla Yellen di lasciare il suo incarico e sono più propensi a credere che terminerà il suo mandato nel 2018.

Ora è il turno delle grandi istituzioni internazionali, a partire dal Fondo Monetario Internazionale, che si è detto "impaziente di lavorare con la prossima amministrazione Usa" per affrontare le sfide dell'economia e di quella mondiale. Lo ha dichiarato ieri il portavoce Gerry Rice, aggiungendo che l'FMI "sta monitorando attentamente gli sviluppi sui mercati e fornirà consigli e sostegno ai suoi membri"

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