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Scuola, Cassazione apre ai risarcimenti di massa sui periodi di precariato

Chi ha avuto più di due anni di supplenza ha diritto al pagamento degli scatti di anzianità

Scuola, Cassazione apre ai risarcimenti di massa sui periodi di precariato
(Teleborsa) - La Corte di Cassazione apre ai risarcimenti di massa sui periodi di precariato. E' quanto scaturisce dal parere dei giudici dell’Organo supremo di Giustizia che, con una serie di sentenze “pilota” hanno fatto chiarezza sull’abuso dei contratti a termine, sui risarcimenti e sulle ricostruzioni di carriera del personale scolastico supplente o anche già di ruolo: chi ha avuto più di due anni di supplenza ha diritto al pagamento degli scatti di anzianità, oggi invece riconosciuti in parte.

Il rispetto dei diritti dei lavoratori e la loro immediata stabilizzazione sono tra i punti-chiave dello sciopero nazionale organizzato dall’Anief per lunedì 14 novembre con manifestazione a Roma in Piazza Montecitorio. Secondo Marcello Pacifico (presidente Anief) la cifra da recuperare per ogni lavoratore è di almeno uno stipendio in più all’anno per il periodo pre-ruolo, come per quelli successivi all’assunzione. Va specificato che lo Stato, per il risarcimento, pagherà solo chi ricorrerà o ha ricorso per dei contratti svolti dopo i 36 mesi su posto vacante e disponibile, comunque senza ragioni sostitutive.

“A partire da oggi, qualunque precario per i dieci anni precedenti può chiedere gli stessi scatti di anzianità del personale assunto a tempo indeterminato, mentre chi è di ruolo può ricorrere per ottenere per intero il riconoscimento di tutto il servizio pre-ruolo”, ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale ANIEF e segretario confederale CISAL che, in un'intervista ad Orizzonte Scuola, commenta la serie di sentenze “pilota” della Cassazione sull’abuso dei contratti a termine, risarcimenti e ricostruzione di carriera del personale scolastico. “L’Anief fin dal primo anno della sua fondazione – dicembre 2008 – ha denunciato la disparità di trattamento tra personale precario e di ruolo da sempre perpetrata dal legislatore e dal sindacato rappresentativo. La Cassazione ci ha dato, finalmente, ragione dopo che siamo riusciti a fare eleggere gli stessi precari alle ultime elezioni Rsu. È una battaglia che per noi deve concludersi con una piena equiparazione anche in termini di ferie, malattie e ogni diritto riconosciuto al lavoratore indipendentemente dalla scadenza del contratto. Temi che abbiamo sottoposto all’attenzione del Parlamento anche nell’ultima legge di stabilità (attraverso più di 70 emendamenti presentati alla Camera)".

Ma chi potrà decidere di presentare ricorso? “Chiunque abbia avuto più di due anni di supplenza ha diritto al pagamento degli scatti di anzianità riconosciuto al personale di ruolo per i contratti avuti negli ultimi 10 anni - ha proseguito Pacifico - . Questo stesso diritto lo deve richiamare anche il personale di ruolo per il periodo pre-ruolo o, ancora, impugnando il decreto di ricostruzione di carriera laddove non venga riconosciuto per intero il servizio di precariato svolto dopo i primi 4 anni”. Il presidente Anief sottolinea che i risarcimenti non sono affatto figurativi: “La cifra da recuperare è di almeno uno stipendio in più all’anno per gli anni pre-ruolo come per quelli post-ruolo; sarebbe stupido non farlo dopo la sentenza della Cassazione”. Ma “lo Stato pagherà soltanto chi ricorrerà o ha ricorso per dei contratti svolti dopo i 36 mesi su posto vacante e disponibile (come previsto dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del novembre 2014), comunque senza ragioni sostitutive, al di là che si tratti di 31 agosto o 30 giugno, per il risarcimento”.

Dopo 24 mesi, invece, scatta l’aumento anche retroattivo. Ci aspettiamo ricorsi di massa per dare ai precari e ai docenti di ruolo quanto dovuto per i periodi di precariato svolti, mentre stiamo valutando di adire la CEDU, convenzione europea dei diritti dell'uomo, per il personale Ata escluso dal piano straordinario di assunzioni, per il risarcimento spettante al personale di ruolo al di là della piena ricostruzione di carriera e della quantificazione dello stesso risarcimento che dovrebbe essere dissuasivo e non soltanto sostitutivo rispetto alla mancata stabilizzazione avvenuta”, conclude Pacifico.

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