(Teleborsa) - Entro domani, 16 novembre 2016,
le imprese sono chiamate a passare in cassa.
Più precisamente a
versare all’erario ben 27 miliardi di euro per onorare l’
IVA (contribuenti con scadenza mensile o trimestrale), le ritenute
Irpef dei dipendenti e dei collaboratori, le ritenute Irpef dei lavoratori autonomi, le addizionali regionali/comunali Irpef e le ritenute Irpef e Ires legate alle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie e il risparmio energetico.
A denunciarlo è l’Ufficio studi della
CGIA di Mestre, secondo cui
l’imposta più pesante sarà l’IVA: imprese e lavoratori autonomi verseranno 12,8 miliardi di euro, mentre le ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori costeranno 11,5 miliardi.
Le altre voci, invece, saranno più contenute: l’addizionale regionale Irpef e le ritenute Irpef in capo agli autonomi costeranno entrambe 1 miliardo, l’addizionale comunale Irpef 412 milioni e le ritenute dei bonifici per le agevolazioni fiscali Irpef collegate al risparmio energetico e alle ristrutturazioni edilizie solo 162 milioni.
“Il peggio, comunque, deve ancora arrivare – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo - il prossimo 30 novembre ci sarà un’altra scadenza da far tremare i polsi. Se le persone fisiche e le società di persone verseranno la seconda o la rata unica dell’Irpef, dell’Irap e dell’Inps, le società di capitali saranno chiamate a onorare l’Ires e l’Irap. In questa occasione l’erario incasserà altri 28 miliardi; uno in più di quanto riscuoterà domani”.
L'associazione che rappresenta PMI e imprese artigiane del Veneto, fa notare che con troppe tasse e una burocrazia che non accenna a diminuire,
fare impresa continua a d essere sempre più difficile.