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Buona Scuola, secondo i giudici i diplomati magistrale non dovevano essere esclusi

"Il Ministero dell’Istruzione non può ignorare una fetta consistente dei docenti precari", spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief

Economia, Scuola, Welfare
Buona Scuola, secondo i giudici i diplomati magistrale non dovevano essere esclusi
(Teleborsa) - A distanza di un anno e mezzo dalle quasi 90mila immissioni in ruolo attuate con la Legge 107/15, il Tribunale del Lavoro di Siena ha accolto l’impugnazione “pilota” promossa dall'Anief in favore dei docenti in possesso di diploma magistrale abilitante conseguito prima del 2001/02 a cui era stata negata addirittura la possibilità di candidarsi al concorso con modalità on line: la docente che ha presentato ricorso, inserita per effetto di sentenza nelle Graduatorie a Esaurimento 2014/2017 (GaE) a far data dalla prima pubblicazione delle stesse, aveva invece pieno diritto di partecipare alle operazioni di stabilizzazione, con conseguente dichiarazione del suo diritto all'immissione in ruolo con decorrenza dal 1° settembre 2015. Il Miur incassa una pesante sconfitta.



"Il Ministero dell’Istruzione non può ignorare una fetta consistente dei docenti precari, oltre 60 mila, che si ostina a considerare dei ‘fantasmi’ da rinnegare, alla pari di quelli abilitati dopo il 2011", spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal. "È bene che l’amministrazione cambi registro, chiedendo al Parlamento di normare quanto stabilito in modo ormai inequivocabile nelle aule di tribunale. La possibilità per farlo c’è: basta accogliere i 70 emendamenti alla Legge di Stabilità, da noi presentati alla Commissione Bilancio della Camera, tra cui figura l’inclusione di tutti gli abilitati nelle GaE".
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