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Musei italiani, un patrimonio sottostimato di entrate per i Comuni e lavoro

Cultura, Economia
Musei italiani, un patrimonio sottostimato di entrate per i Comuni e lavoro
(Teleborsa) - L'Italia vanta ben 4.976 punti di interesse culturale fra musei pubblici e privati, gallerie o collezioni, aree e parchi archeologici e monumenti e complessi monumentali. La media è di 1,7 musei per ogni 100 chilometri quadrati o per 12 mila abitanti.

Nel 2015, i musei e le altre strutture espositive a carattere museale hanno registrato la cifra record di 110,6 milioni di ingressi (+6,4% rispetto al 2011). Le Regioni che hanno con il maggior numero di istituti (30% del totale) sono Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte, ma gli ingressi tendono a concentrarsi su un numero limitato di destinazioni; tre sole regioni assorbono, infatti, il 52,1% dei visitatori: il Lazio (22,3%), la Toscana (20,6%), la Campania (9,2%).

Due istituti museali su tre (64,1%) sono di proprietà pubblica e, fra questi, ben 2.139 (43% del totale) appartengono ai Comuni, ma meno della metà degli istituti italiani (45,6%) prevede l’ingresso a pagamento: il 54,4% non ha alcuna entrata derivante dalla vendita dei biglietti. Il 26,1% degli istituti museali incassa mediamente meno di 10 mila euro al mese dalla vendita dei biglietti, e solo nel 2,6% dei casi i proventi della biglietteria sono superiori a 500 mila euro all'anno.

Sul fronte del lavoro, poi, il settore museale italiano impiega complessivamente più di 45 mila operatori tra dipendenti, collaboratori esterni e volontari, in media uno ogni 2.400 visitatori. Il 67,5% degli istituti ha non più di 5 addetti e solo l’8,9% ne ha più di 10. I collaboratori volontari, circa 18 mila, prestano la propria opera in un istituto museale su due (47,7%).
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