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Lavoro: l’Italia è un Paese per neo genitori?

L’Italia è senza dubbio all'avanguardia rispetto ad altri Paesi come Francia, Spagna, Olanda, Germania

Welfare
Lavoro: l’Italia è un Paese per neo genitori?
(Teleborsa) - L'Italia è un Paese che aiuta i neo genitori lavoratori ad avere figli? Se la Gran Bretagna offre alle donne maggiori tutele per quanto riguarda congedi e retribuzioni, l’Italia è senza dubbio all'avanguardia rispetto ad altri Paesi come Francia, Spagna, Olanda, Germania. Non è così invece per i neo papà italiani: secondo l'analisi dello Studio legale Daverio & Florio, al momento gli spettano solo due giorni: un numero nettamente inferiore rispetto ai francesi, agli spagnoli e agli irlandesi.



“Nonostante il pensiero comune, il sistema italiano tende a tutelare la donna sul lavoro sia durante la gravidanza sia dopo il parto – commenta Bernardina Calafiori, socio fondatore dello Studio Legale Daverio & Florio -. Oltre al congedo obbligatorio di 5 mesi, periodo superiore a quello concesso da altri Paesi, pensiamo anche ai controlli prenatali in gravidanza, che il datore di lavoro deve concedere, o al divieto di licenziamento sino al compimento dell’anno di vita del bambino. Ma se l’Italia è allineata con l’Europa per le tutele femminili, c’è tanto da fare per i neo papà, anche se, grazie alla Legge di Stabilità pubblicata il 21 dicembre 2016 sulla Gazzetta Ufficiale, la durata del congedo aumenterà a 2 giorni per il 2017 e a 4 per il 2018.”

I Paesi Europei offrono in genere maggiori tutele a livello di congedi. Nel Regno Unito, dove i neo papà che abbiano maturato almeno 26 settimane di lavoro consecutivo hanno diritto a una o due settimane di congedo, è allo studio la possibilità di far condividere i permessi parentali anche ai nonni che ancora lavorano. La Francia prevede invece per il padre 3 giorni facoltativi alla nascita e 11 consecutivi a scelta (diventano 18 in caso di parto plurigemellare o di adozione); la Spagna 13 giorni di congedo che dal 2017 potrebbero passare a 4 settimane; l’Irlanda 2 settimane di congedo (a partire dal mese di settembre 2016). La Germania, al contrario, prevede solo un giorno, salvo eccezioni previste da accordi individuali o collettivi.
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